Reazioni Il presidente della Provincia: «Non sanno nulla di quegli anni»

I giovani dei centri sociali trovano un insperato avvocato difensore in Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi che tiene a precisare come le contestazioni siano avvenute prima dell’inizio della commemorazione e subito dopo. «I giovani hanno contestato il sindaco Moratti e il presidente della Provincia Podestà ma sono rimasti in silenzio durante l’intervento di Arnoldi» ha precisato, quasi fosse un titolo di merito.
Oggetto di pesanti intimidazioni, Podestà non si è comunque scomposto ne ha mai pensato «neppure per un attimo di lasciare piazza Fontana - ha poi dichiarato - Mi sono, d’altra parte, recato alla celebrazione in rappresentanza dei cittadini del Milanese e di Milano. Urla e fischi sono arrivati, invece, da uno sparuto gruppo di giovanissimi che, evidentemente, non hanno ancora avuto modo di approfondire il tema del terrorismo partito proprio da quella carneficina».
Meno incline a porgere l’altra guancia invece Riccardo De Corato che contrappone «Gli applausi ai teppisti del “Cantiere” ai fischi e urla ai rappresentanti delle Istituzioni». Il vicesindaco prosegue sottolineando «il nuovo look del centrosinistra milanese. Che, dopo il prolungato silenzio sulle continue “bravate” del centro sociale abusivo da 9 anni in via Monterosa, dimostra così la sua contiguità agli antagonisti. Perché quelli per cui oggi hanno battuto le mani sono gli stessi che da tempo cercano ovunque una sponda per sobillare le piazze».
Dal centro sinistra si cerca invece di minimizzare la sgangherata contestazione. «Oggi la cosa importante non credo sia stata la quantità dei fischi. Il dato importante è che ancora una volta c’è una città che chiede di non dimenticare e di ricostruire la verità» commenta il capogruppo Pd in consiglio comunale, Pierfrancesco Majorino, scordandosi forse che il suo partito è stato a lungo alla guida del Paese senza mai aver dato un contributo determinante alla scoperta di quella verità.


Più istituzionale il presidente delle Regione Roberto Formigoni che esprime «La mia vicinanza e quella di Regione Lombardia ai familiari delle vittime di questa strage impunita: a loro siamo grati perché con la loro testimonianza mantengono viva la memoria di un periodo storico di gravi lacerazioni e ingiustizie che nessuno di noi si augura e augura di vivere mai più».

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