A Recco nasce il comitato per la difesa dell’ospedale

«L’ospedale Sant’Antonio non si chiude»: è questa la parola d’ordine che passa di bocca in bocca a Recco, dove i cittadini hanno costituito il Comitato Golfo Paradiso per appoggiare l’attività dei sindaci nel progetto di salvaguardia del loro nosocomio.
«Siamo un gruppo formatosi spontaneamente - racconta Dino Romano, che ha dato vita al comitato di concittadini -, stiamo raccogliendo le firme che alla fine presenteremo in Regione per chiedere che l’ospedale non venga chiuso, né ridimensionato».
Ai recchesi sembra impossibile che per una struttura sanitaria con i bilanci in pareggio, come il Sant’Antonio, venga ipotizzata una chiusura. Inoltre l’ospedale di Recco è stato recentemente ristrutturato e ammodernato soltanto poco tempo fa e per questo motivo la collettività ha speso milioni di euro.
La protesta nata a Recco sta diffondendosi a tutti i centri del Golfo Paradiso, che intorno al Sant’Antonio gravitano. Si tratta infatti di un ospedale che ha al suo interno ottimi reparti come la Medicina, l’Ortopedia e la Chirurgia, senza contare gli ambulatori e i servizi di radiologia. «Il nostro ospedale è come una clinica privata se guardiamo anche al patrimonio umano - dice Romano -, gli infermieri oltre ai medici sono bravissimi e offrono un servizio a trentaduemila abitanti del bacino di Recco».

I recchesi si dicono pronti a fare di tutto per difendere l’ospedale, anche se di certo, almeno per il momento, non vogliono salire sulle barricate: «Siamo in attesa di conoscere l’esito degli incontri tra i sindaci e la Regione e poi vedremo».

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