Roma

Recital sul comunismo e show dedicato al Professore

Claudia Passa

Un recital-testimonianza e un «mistero buffo» riveduto e corretto. Artisti d’eccezione, parlamentari e giovani militanti di Forza Italia. Minimo comun denominatore, assicurano gli autori, il riferimento esclusivo a fatti realmente accaduti. Da una parte il comunismo internazionale e i suoi sostenitori in Italia, in una lettura teatrale del senatore Lucio Malan allestita da Fiorella Ceccacci; dall’altra le «proditorie prodezze di un prodigioso predatore», Romano Prodi, per un «Paolo Guzzanti show» dedicato al Professore. Il doppio appuntamento, promosso dagli azzurri del Lazio, andrà in scena al Teatro Rossini. Ad interpretare il testo di Malan (40 minuti di recital con fotografie e musiche di sottofondo) saranno stasera alle 21 giovani non attori, che ripercorreranno «ottanta anni di storia del comunismo reale internazionale – spiega il senatore -, con crimini non noti, e giudicati con un metro diverso rispetto ad ogni altro crimine della storia». Portare in scena il recital, che fra le fonti annovera il «Libro nero del comunismo», non è stato semplice: «Per anni ho cercato di lavorare su questo testo – afferma la regista -, ma l’egemonia imperante non ha reso facile trovare spazi. Nei Paesi dell’Est si parla tanto del comunismo, da noi non se ne parla per niente». È per questo che, spiega il sottosegretario Cosimo Ventucci, «in altre rappresentazioni l’impressione degli spettatori è stata quella di un mal di pancia, come di fronte a qualcosa di raccapricciante». L’esigenza di far conoscere un orrore quasi secolare e quanto mai attuale: «L’intellighenzia di sinistra – afferma infatti Cesare Previti – ha voluto archiviare il comunismo: chi ne ha nostalgia l’ha messo in bacheca, chi lo teme come ricordo l’ha messo in soffitta. In realtà lo schieramento di sinistra è caratterizzato dal comunismo come noi cattolici dal battesimo, è qualcosa che entra nel dna». Il deputato azzurro parla di un «arco incostituzionale» che dai «catto-comunisti» arriva ai «nostalgici» passando per i «post-comunisti» e i «neo-comunisti», per finire con «i radicali che sono diventati una sorta di liberal-comunisti, perché pur di far sopravvivere l’ideologia la si confonde con l’opposto di essa». Domani, sempre alle 21, sarà poi la volta del «Paolo Guzzanti show», un «comizio politico – spiega il senatore – che trattando una materia comica diventerà involontariamente comico». Protagonista indiscusso sarà il «mistero buffo di Romano Prodi», che «è un mistero perché non sappiamo bene chi ce l’ha mandato, da dove viene e chi rappresenta», ed è buffo perché «il suo modo di esprimersi sembra un rumore di fondo». Fra i temi previsti, «il piattino di via Gradoli», «Prodi con i golpisti contro Gorbaciov», e «Prodi che occulta il dossier Mitrokhin».

Un «racconto fatto di verità – conclude Guzzanti - ma rappresentato come un’opera buffa».

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