da Roma
Litigi con i Comuni, valutazioni dimpatto ambientale eterne, progetti preliminari che scavalcano le legislature.
La Corte dei Conti e lAnce, lassociazione dei costruttori, segnalano preoccupanti lentezze nellattuazione della Legge Obbiettivo sulle opere infrastrutturali strategiche per il Paese. Ma ci sono dei picchi negativi nei percorsi delle «priorità» decise da quella legge.
Cè per esempio il caso della variante di valico, tratto Firenze-Barberino del Mugello: la valutazione dimpatto ambientale è iniziata nel luglio del 2004 ed è terminata nel novembre del 2007. Tre anni e tre mesi. E ora è in corso su questo progetto la Conferenza dei servizi. Ma il record della «via» più lunga dItalia lo detiene la terza corsia della Rimini-Nord-Cattolica: 1562 giorni per decidere se era rispettosa dellambiente.
E cè un progetto di cui si sono perse notizie, fermo al ministero delle Infrastrutture: quello della strada statale 275, lotto 1 Maglie-Montesano Salentino. Il 20 dicembre del 2004 il Cipe ha approvato il progetto preliminare, ma il progetto definitivo, che ha avuto lok dellAnas, si è fermato al dicastero di Di Pietro.
In Piemonte, il collegamento tra Biella e lautostrada A4 Torino-Milano non è nemmeno arrivato al traguardo del progetto preliminare: il primo disegno non è stato condiviso dagli enti locali interessati. Si sta dunque predisponendo un accordo di programma per cercare la direttrice più adatta al collegamento tra Biella e Santhià. Solo dopo la conclusione di questo studio, si stenderà un nuovo progetto preliminare che dovrà essere portato allattenzione del Cipe.
Uno dei progetti più macchinosi tra le grandi opere della Legge Obbiettivo sembra essere anche, nella pedemontana Piemontese, la tratta est Biella-Rollino di Masserano-Romagnano: la deliberazione del Cipe è del 21 dicembre del 2001, oltre sette anni fa, con un progetto preliminare risalente al 2000. Ed è ancora in corso un accordo di programma «per procedere alladeguamento del progetto al fine di sottoporlo alle procedure di cui alla Legge Obbiettivo». Senza contare le successive fasi della pubblicazione del bando, dellaggiudicazione della gara e dellinizio lavori.
La principale causa di ritardo dei cantieri sono invece le cosiddette «varianti in corso dopera», che lultimo dossier dellAnce ha analizzato su un campione di opere della Legge Obbiettivo e di altre infrastrutture di media grandezza. Il 22% subisce stop o rallentamenti per «sopravvenute disposizioni normative» durante il progetto, o la gara. Questo vuol dire che in Italia unopera su cinque si ferma perché vengono cambiate leggi e leggine. Il 14% ha una battuta darresto e subisce variazioni per «errori nel progetto esecutivo».
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