Record scolastico Dal 1960 è uscito 13 volte: un classico della Maturità

Il brano proposto ieri ai candidati alla maturità del Classico è la lettera a Lucilio numero 74: «Il vero bene è la virtù». Da notare che Seneca è un habitué: dal 1960 a oggi è stato proposto 13 volte all’esame di Maturità (Cicerone invece è «uscito» 11 volte). Nel ’62 la versione proposta fu «Brevissima è la vita degli uomini», dai Dialoghi. Un paio di anni dopo il filosofo tornò nelle aule dell’esame di Stato con «La morte di Catone Uticense», stavolta tratto dalle Epistole a Lucilio. Di nuovo le Epistole nel ’66 («Dentro di noi sono le cause dei mali»). E pure nei due anni successivi si ripropose Seneca: nel ’67 «Nullus Hostis tam contumeliosus est quam voluptate» e nel ’68 «Chi è onesto non ha mai nulla da nascondere». Dopo questa overdose, Seneca torna a riaffacciarsi tra i banchi nel 1975 con «Nessuno di noi è senza colpa» (stavolta dai Dialoghi). Torna due anni dopo, nel ’77, sempre con i Dialoghi, «Se vuoi vincere l’ira, soffoca le sue manifestazioni». Negli anni ’80 compare due volte: nell’83 «I sapienti prevedono le azioni impetuose della fortuna, prima che accadano» (Dialoghi) e nell’88 «Stravaganza di vita non giova alla filosofia» (Epistole).

Nel ’97 viene proposto ai candidati il De Otio («L’uomo è per sua natura assetato di conoscenza»). Il filosofo si riaffaccia sulla scena nel 2003 con un brano del Naturales questiones. L’ultima uscita, prima di oggi, nel 2007.

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