Viaggi e personaggi di Giglio Reduzzi (uscito a novembre per le Edizioni Youcanprint.it) ci ricorda dell'autore Italia, i mali che tuttora affliggono il Bel Paese. Quello un libro molto politico, questo di vita vissuta con la stessa capacità di sintesi, humour, rispetto per l'umanità delle persone.
Anche qui non manca la politica, passione dell'autore: soprattutto l'anticomunismo di chi ne ha visto i guasti. È il caso della Cina dove Reduzzi partecipò ad una mostra con stand della società per cui lavorava. Quando invitò l'interprete, un giovane studente, a vedere il suo albergo e lo rese edotto del costo della sua camera, l'equivalente dello stipendio mensile del ragazzo, con tutta probabilità lo spinse a protestare qualche mese dopo sulla piazza di Tienanmen. In odio al comunismo l'ingegner Agoston nei primi anni ottanta fuggì con la fidanzata dall'Ungheria, con un visto d'ingresso per la Yugoslavia, l'unico Paese per cui si otteneva. Giunti a Fiume, di lì raggiunsero a nuoto Trieste.
Però l'autore in questi racconti di viaggio non è interessato che incidentalmente a riferirci di politica come pure di religione, altro campo che da fervido credente lo appassiona. Suo obiettivo è darci ritratti di personaggi e di luoghi di rara bellezza come Tahiti dove le donne sembrano belle perché ridono sempre con i candidi denti dipinti da Gauguin, come Apia nelle Isole Samoa, anche come la nostrana Sordevolo dove si celebra una «Passione» con centinaia di figuranti e dove su quelle montagne del biellese si attrezzò una sua baita.
Per la religione è suggestivo un ricordo del '44. Sfollato con la famiglia a Bonate Sopra (BG) assiste all'apparizione della Madonna alla giovane Adelaide. Il sole rotea come a Fatima e a Medjugorie, un sole più grande che si avventa contro gli astanti e il fenomeno dura un minuto lunghissimo.
In riferimento al senso religioso anche la frequentazione dei Roncalli, grande famiglia di Giovanni XXIII. Vi si alimentò il carattere di un Papa, per nulla nepotista né amante di pubblicità per cui sui suoi familiari poco si scrisse.
Tra i personaggi, un assaggio in tre foto di copertina: Moitessier, il navigatore in solitaria, Abdullah Re d'Arabia Saudita, Gambino, tra vecchia e nuova mafia Usa, paragonato ad un Papa e proprio con un serafico aspetto. Dei personaggi i più incisivi sono forse Ciata, l'unica donna cui dedica un racconto, e due suoi capi: Barnato direttore della Piaggio Aeronautica e Necchi fondatore dell'omonima fabbrica.
Ciata, diminutivo d'Annunziata, sorella del papà dell'autore, non essendo sposata viveva con loro mentre la mamma l'avrebbe preferita altrove. Era sempre in ritardo, anche nel mettersi a tavola e, per educazione, in tempi in cui c'era fame mamma le metteva da parte una porzione più abbondante. Un ritardo ad arte? Divenne provvidenziale tata in casa Reduzzi e con l'ok del parroco per cambiare il pannolino del maschietto.
Umberto Barnato, artefice del successo della Vespa, parlava ligure, italiano, inglese e swahili. Trasformò il fondo materno a San Damiano di Stellanello in un oliveto produttore di ottimo olio e impiantò una farm in Kenia. Eccezionale anche Vittorio Necchi con una fabbrica di 6mila dipendenti. Nella tenuta sul Ticino allevava fagiani (con battute di caccia cui partecipava Filippo d'Inghilterra) e coltivava orchidee. Nel salone di rappresentanza un tavolo di cristallo enorme. Reduzzi vi partecipò ad un pranzo con cinque bicchieri a commensale e piatti grandi ma - per raffinatezza - porzioni piccole. Si alzò con la fame.
Uno dei tratti più accattivanti del testo sono i «flash» sul carattere dell'autore con una sofferenza, tutta italiana, per il ricordo dei nostri cibi quando desinava altrove nel mondo. Se in Libano apprezza l'«Homoz Tahina», a cena con lo Sceicco di Ajman mentre tutti staccano con le mani pezzi del capretto dal piatto centrale, lui si mette solo qualche dattero nel piatto.
Divertente, umano, gentile il Reduzzi, secondo il civilissimo detto dell'antica Grecia: da «cittadino del mondo».
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