Lanimismo, il soprannaturale, il mistero che caratterizza il passaggio dalla vita alla morte hanno sempre attirato i filmakers di ogni angolo del mondo, con cadenze da commedia come nei casi di Il fantasma e la signora Muir (1946), Ghost (1990) e del brasiliano Donna Flor e i suoi due mariti(1976), oppure drammatiche come il poco conosciuto Ovunque nel tempo (1980). E dopo tanti spiriti allegri o depressi ora è la volta di quelli sentimentali, come accade in Se solo fosse vero. Il giovane medico Elizabeth (Reese Witherspoon) innamorato della sua professione, in seguito ad un incidente dauto causato dallo stress, giace in coma e il suo appartamento viene affittato al giovane David (Mark Ruffalo), immalinconito per scomparsa della moglie. David se la vedrà con lo spirito di Elizabeth, che vaga per la sua casa, infastidito dalla presenza di quello che giudica un intruso, che per un provvidenziale sortilegio è il solo a poterla vedere. I due battibeccano pur palesemente attratti luno dallaltra, fino ad un finale non del tutto scontato.
Su questo canovaccio il regista Mark Waters costruisce una commedia un po necrofila, talvolta crudele e sentimentalmente corretta. Lalchimia tra Ruffalo e la Witherspoon funziona egregiamente, pur non essendo due specialisti della sophisticated comedy e lamabile giochetto procede spedito tra sorrisi e commozione. Tratto da un fortunato romanzo del francese Marc Levy, Se solo fosse vero è una commedia sentimentale che attraverso la «serendipità», vale a dire linevitabilità di un incontro anomalo, dimostra che nel gioco damore limpossibile viene annullato e che ogni cosa è accessibile se davvero lo si vuole.
E così il racconto, grazie allequilibrio di tutti gli elementi in campo: interpreti, sceneggiatura e regia, giunge in porto a vele spiegate.
SE SOLO FOSSE VERO (Usa, 2005) di Mark Waters, con Reese Witherspoon, Mark Ruffalo. 92 minuti
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