Laltra sera, a San Biagio, nel corso di un dibattito elettorale organizzato da Aldo Migliaro, quando Gigi Grillo ha parlato del «referendum di aprile», inizialmente ho pensato a un refuso da stanchezza di campagna elettorale. E invece Grillo mi (e ci) ha regalato la chiave per interpretare quello che sta succedendo nella Casa delle Libertà e soprattutto in Forza Italia liguri.
In questi giorni, noi del Giornale stiamo ricevendo decine e decine di lettere e telefonate di gente che apprezza o non apprezza le liste azzurre. Ci sono i contenti, gli scontenti dellesclusione di Biasotti, gli orfani di Gagliardi, quelli che criticano questo e quelli che ce lhanno con quellaltro e ognuno dice la sua. Non essendo state liste indolori è naturale e umano che sia così, certe esclusioni fanno male anche a me. Quelli che intervengono sono tantissimi e molti probabilmente li pubblicheremo - come sempre, visto che il dibattito arricchisce sempre e comunque e non cè niente di meglio di dirsi le cose piuttosto che tenersele dentro - purchè non trascendano nei toni. È tutta gente che si firma con nome e cognome, che ci mette la faccia, che ha tutto il diritto di dire la sua e che ringraziamo moltissimo. Anche perchè, spesso, quando si fanno errori è perchè non si ascolta questo popolo, il proprio popolo.
Però. Però, poi, occorre guardare avanti. Le liste sono fatte, è inutile piangerci sopra ora. Occorre pensare che, al di là del gradimento del nome di questo o di quello in lista, la scelta stavolta non è sul singolo candidato da mandare a Roma, che ci può essere più o meno simpatico. La scelta è fra mandare avanti lItalia o farla fermare. Fra la conservazione dello statu quo e la voglia di dare un futuro al nostro Paese. È la scelta della vita. Tutto il resto passa in secondo piano.
Da una parte, quella del futuro, cè lItalia di Berlusconi e dallaltra, quella del passato, cè lItalia di Prodi. Tanto per restare in Liguria, pensate alla forza benefica e alle ricadute straordinarie che avranno sulla vita quotidiana di tutti noi due grandi idee: quella di Claudio Scajola sul ritorno del nucleare, che migliorerà la vita di tutti noi, e che avrà Genova come capitale pensante e quella di Grillo sul Terzo Valico che significa più lavoro per tutti, più valore alle case, futuro per tutti noi.
Quindi, non era un refuso aveva ragione Grillo: non sono elezioni, è un referendum. Altro che pensare al singolo deputato.
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