La giunta Pisapia era avvisata. Il comitato «MilanoSìMuove» promotore dei cinque referendum  consultivi che il 12 e 13 giugno hanno visto i milanesi schierarsi a favore della congestion  charge, del mantenimento del parco agroalimentare dopo l'Expo e della riapertura dei Navigli  hanno inviato al Comune una diffida per non aver ancora preso alcun provvedimento attuativo  nonostante il primo ottobre sia scaduto il termine ultimo previsto dallo statuto comunale.
 Palazzo Marino, come ha spiegato Marco Cappato, capogruppo della lista Bonino-Pannella alleata  con Pisapia ma anche segretario del Comitato, «può attuarli o anche non attuarli, ma deve  comunque motivare in modo chiaro la decisione. Non è un fatto di forma, ma la necessità di avere  una strategia e una proposta chiara su questi temi. Io credo che la volontà dell'amministrazione  ci sia, ma se non è spiegata ai milanesi non si regge». Da settimane peraltro Cappato per  protesta fa lo «sciopero del voto» non partecipando più alle votazioni in consiglio e lo farà  fino a che il Comune non si pronuncerà sui referendum. L'ex assessore alla Mobilità Edoardo  Croci, presidente del Comitato, aupsica che la diffida basti a svegliare la giunta, ma avverte  che «ci sono anche altre iniziative che possiamo prendere, come il ricorso al Comitato dei  garanti e ulteriori passaggi formali.
Referendum sull'ambiente, il comitato manda la diffida al Comune
Il primo ottobre è scaduto il termine previsto dallo statuto: Palazzo Marino doveva esprimersi sull'attuazione dei quesiti votati a giugno. Da Expo al recupero dei Navigli alla congestion charge. A contestare la giunta Pisapia è anche il radicale Cappato, in maggioranza ma segretario di MilanoSìMuove
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