Napoli - Il «generale referendum» avanza ad ampie falcate e regala brividi freddi alle forze politiche più piccole, pronte a dare battaglia per disinnescarlo. Il verdetto sull’ammissibilità dei quesiti referendari arriverà mercoledì. Ma la corsa contro il tempo per l’approvazione di una nuova legge elettorale è già iniziata. Già questa settimana, infatti, la Bozza Bianco - la «legge Zelig» che punta a ridurre a cinque-sei il numero dei partiti, ma consente di essere rimodellata attraverso pochi colpi di cesello ed emendamenti ad hoc - inizierà il suo cammino al Senato. Oggi, invece, i partiti della maggioranza si incontreranno in un vertice che promette di portare allo scoperto divisioni e sospetti. Di solidarietà di coalizione non c’è traccia. Ci si muove in ordine sparso attraverso alleanze trasversali. Forza Italia e i veltroniani chiedono uno sbarramento come minimo del 5%, la riduzione del frazionamento in nome della governabilità e ammiccano al sistema francese. An chiede l’indicazione preventiva delle alleanze. Altrimenti per la destra il referendum è di gran lunga l’opzione migliore, così come per l’Italia dei Valori. Rifondazione, con l’Udc e la Sinistra democratica, battezza l’asse proporzionalista e guarda al sistema tedesco. La Lega agita lo spettro del referendum e chiede il rispetto della Bozza Bianco mentre Mastella, provocatoriamente, propone una soglia del 10%.
L’orizzonte, insomma, è frastagliato. Il traguardo coperto da una nebbia fittissima. E il braccio di ferro tra «giganti» e «nanetti», nonostante l’ottimismo degli ultimi giorni, rischia ancora di trasformarsi in una rissa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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