IL REGALO QUOTIDIANO

Siamo alle solite, ormai potrei farci una rubrica. Siamo al solito grandissimo ataccamento che ci dimostrate e per cui non finiremo mai di ringraziarvi: mai come quest’anno siamo travolti dal vostro affetto. Mai così tangibile, mai così caldo, mai così bello.
Chi ha la fortuna di fare il giornalista, oltre a fare il mestiere più bello del mondo, sotto Natale riceve molti messaggi augurali. Istituzioni, enti, aziende, uffici stampa, varie ed eventuali fanno a gara a farci gli auguri. La particolarità di voi lettori e, in particolare, di voi lettori del Giornale di Genova e della Liguria, è il calore e l’amore con cui ci fate gli auguri. Un’emozione indescrivibile. Le parole, gli sguardi, i bigliettini, gli abbracci con cui ci fate compagnia in questi giorni, sono cose da pelle d’oca, impossibili da descrivere con le parole. Il vostro sentirvi parte di una comunità, quella di questo nostro Giornale, e le parole con cui ci gratificate per il lavoro che stiamo facendo, buttandoci il sangue, è qualcosa che dà i brividi. Così come quando ci dite che siete orgogliosi delle pagine liguri che leggete. Dà i brividi accogliere ogni giorno nuovi lettori nella nostra famiglia, provenienti dalle zone più diverse della città e della regione e da tutti gli strati sociali. Così come è bellissimo confrontarsi anche con avversari politici - ultimo della serie il presidente diessino del consiglio regionale Mino Ronzitti, da cui molto ci divide, ma non l’etica di fondo e il rispetto delle idee degli altri - che però riconoscono il nostro equilibrio e la nostra correttezza, pur nella diversità di opinioni.
E poi, permetteteci di dirvi che ci inorgoglisce la vostra identificazione con quello che scriviamo. Che siamo felicissimi che vi piaccia la nostra linea. Che ci commuovete quando ci dite: «Gli altri giornali liguri non hanno mai niente più di voi». E gli altri sono corazzate.
Dovete sapere che uno dei peggiori vizi dei giornalisti è quello di misurare con il bilancino quello che scrivono gli altri, essere felici se si hanno gli stessi titoli degli altri e recriminare se invece i titoli sono diversi. C’è gente in altre testate che aspetta la notte in edicola per vedere cosa ha scritto il suo concorrente e che vive di rassegne stampa, fatte spesso di bufale. Vivono male, farebbero meglio a dormire un po’ di più.

Ecco, noi i titoli degli altri non ce li abbiamo quasi mai. Ne siamo orgogliosi e faremo di tutto per continuare ad essere diversi.
Insomma, per tutti questi motivi, ci avete regalato davvero un «buon Natale». E mai espressione fu più azzeccata.

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