Politica

«Regge alla crisi», alle banche piace l'agricoltura

Intesa e altri big interessati al settore. E riscuote consensi anche la nuova società per l'agrobusiness lanciata da Confagricoltura

Le banche tendono la mano alle aziende agricole, nella considerazione di una loro tenuta alla crisi meglio di altri settori e di un modesto rischio di credito. L'apprezzamento è espresso in occasione della seconda giornata del Forum 'Futuro Fertilè di Confagricoltura, dove prendono la parola sulle prospettive dell'imprenditoria agricola l'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera e Carlo Fratta Pasini, presidente Banco Popolare. Ma tra i big della finanza italiana incassa vasto consenso anche la nuova società per l'agribusiness lanciata da Confagricoltura volta ad aggregare aziende per favorire gli acquisti e la distribuzione.
Pure il mondo dell'industria e del commercio tende la mano all'iniziativa, che trova inoltre sponda autorevole nel viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso. E anche dal presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo arriva per lettera apprezzamento alla risposta data da Confagricoltura «a una domanda che non viene solo da un settore ma da tutta l'economia del Paese. Infatti andrà a beneficio dell'intero sistema il successo del vostro progetto». Federalimentare già si dice pronta a diventarne partner.
Le cooperative, attraverso Fedagri, condividono il progetto e la Conad esprime il suo interesse verso un'operazione «che guarda al mercato, secondo criteri di razionalizzazione ed efficienza ed arriva sino al consumatore». Quanto al viceministro Urso, nel suo intervento dal palco di Taormina annuncia che porterà nell'agenda del governo un progetto di riforma dell'agribusiness che vale il 15% del Pil italiano.
Urso inoltre dichiara di voler promuovere un accordo con la nuova società proposta da Confagri quale canale di vendita dei prodotti agroalimentari all'estero. «Il nostro obiettivo - sottolinea il viceministro - è quello di raddoppiare il ritmo di crescita dell'export, arrivando al raddoppio della crescita del Pil». Il presidente di Confagri, Federico Vecchioni, nel lanciare ieri l'iniziativa era stato esplicito: la nuova società consentirà risparmi sui costi alle aziende del 20%, punta a generare in due anni un fatturato di 500 milioni di euro e, se riuscirà nell'intento di dare più redditività ai produttori, farà più 'leggerì anche i prezzi finali dei prodotti alimentari.
«A livello creditizio le imprese agricole registrano un lavoro positivo di crescita anno su anno - osserva l'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera - È un settore che se la può giocare parecchio e fa anche sì che la situazione economica complessiva stia tenendo». Sul progetto della società di agribusiness, Passera osserva inoltre che «è apprezzabile in quanto restituisce redditività al settore». Positivo l'atteggiamento verso l'imprenditoria agricola anche del presidente di Banco Popolare, Carlo Fratta Pasini:« Sono in genere ottimista sulle possibilità di finanziamento per il settore». Ampia apertura giunge anche, attraverso una lettera inviata al presidente Vecchioni, dalla Banca Monte dei Paschi di Siena e da Fondazione Cariplo.
Mps comunica l'intenzione di coinvolgere le strutture competenti in una valutazione tecnica del progetto per l'eventuale determinazione delle forme e delle modalità con cui poterlo sostenere.

Fondazione Cariplo sottolinea come «offra risposte convincenti alla necessità di restituire reddito a chi produce, ridurre gli oneri d'impresa e affrontare dinamicamente la fase commerciale».

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