Antonello Lupis
da Reggio Calabria
Dopo due consecutivi e polemici capitomboli (uno a Livorno in zona Cesarini, l'altro in casa col fanalino di coda Treviso), la Reggina di Mazzarri è tornata a galla conquistando una meritata vittoria contro la brutta e imbarazzante Lazio di Delio Rossi, orfana, però, del suo trascinatore e giocatore-simbolo, Paolo Di Canio.
L'avvio del match è stato tutto di marca calabrese tant'è che dopo appena due primi è stato Cozza, su un traversone dalla sinistra di Modesto, a sfiorare, con un tiro al volo, la traversa della porta difesa da Ballotta.
Il dinamismo, lungo la linea mediana, di Biondini, Vigiani e Paredes, ha sempre messo in difficoltà la Lazio e in modo particolare i due centrali Liverani (e poi Baronio) e Dabo, costretti a rincorrere e a «coprire» e non a costruire. Isolati Rocchi e Pandev.
Pure nella ripresa il copione non è mai cambiato tant'è che la Reggina prima di passare in vantaggio ha sfiorato tre volte la marcatura con Missiroli, Mesto e Cozza: bravissimo, in tutte le occasioni, Ballotta.
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