Reggio Calabria, Maroni e Alfano: "In arrivo 121 uomini e sei magistrati"

Centoventuno agenti arriveranno nelle prossime ore. Lo ha annunciato il ministro Roberto Maroni a conclusione del vertice in prefettura. Alfano: "Sei magistrati in più". Oggi allarme per un ordigno nell'aula bunker di Reggio Calabria . Gli artificeri: "Conteneva polvere pirica". Forse un'azione dimostrativa

Reggio Calabria, Maroni e Alfano: 
"In arrivo 121 uomini e sei magistrati"

Reggio Calabria - Saranno inviate nelle prossime ore 120 unità investigative in più a Reggio Calabria. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Roberto Maroni a conclusione del vertice svoltosi questo pomeriggio nella prefettura e al quale ha partecipato anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Gli uomini saranno presi tra le forze della polizia di Stato, dei carabinieri e della Guardia di Finanza.

Misure di protezione Alla fine del vertice, a cui ha preso parte anche il Guardasigilli Angelino Alfano, Maroni ha illustrato le iniziative di contrasto alla ’Ndrangheta tra cui la rimodulazione delle misure di protezione dei magistrati, il potenziamento delle strutture investigative e l’aggressione al patrimonio delle cosche, per cui verrà creata proprio a Reggio un’agenzia per i patrimoni sequestrati. Verrà potenziata anche la presenza di giudici presso la procura reggina, con l’invio, ha annunciato Alfano, di altri sei magistrati nella sede calabrese. Maroni, che ha ricordato come nel 2009 sono stati confiscati alle cosche sette miliardi di euro, ha spiegato che il governo sta lavorando affinché "la ’Ndrangheta, tra le organizzazioni più potenti, non entri nell’Expo (1015 di Milano)".

Alfano: "Sei magistrati in più"
Sei magistrati in più per la Procura generale e per la Procura della Repubblica di Reggio Calabria "per rafforzare e migliorare l’azione di contrasto alla ’ndrangheta". È quanto ha annunciato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a conclusione della riunione di coordinamento che ha presieduto a Reggio Calabria insieme al ministro dell’Interno Roberto Maroni. "Vogliamo garantire al procuratore della Repubblica Pignatone e al procuratore generale Di Landro - ha aggiunto Alfano - le forze necessarie per combattere la ’ndrangheta avendo a disposizione gli strumenti necessari". Il ministro Alfano ha detto che ci sarà un ulteriore invio di mezzi e uomini e in particolare due nuovi magistrati con funzioni di sostituti procuratori generali alla Procura di Reggio Calabria e tre nuovi magistrati come sostituti procuratori della Repubblica e Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. "Ho già firmato oggi stesso l’invio di un nuovo magistrato che prenderà possesso già dalla settimana prossima. Io stesso - ha continuato il ministro - ritornerò in Calabria la settimana prossima per incontrare i dirigenti della magistratura calabrese per fare un punto sulla situazione di ogni Procura. Saranno rinforzati ulteriormente anche gli uffici amministrativi e gli uffici Gip Gup del tribunale di Reggio Calabria che hanno bisogno di nuove leve per garantire più velocità nelle esecuzioni della Dda. Dobbiamo complimentarci con le forze dell’ordine - ha detto ancora Alfano - per i numerosi latitanti catturati, le numerose confische effettuate e gli oltre 800 chili di droga sequestrati ultimamente".

Falso allarme
Un piccolo ordigno costruito artigianalmente è stato posizionato all’ingresso dei automezzi dell’aula bunker di Reggio Calabria. Notato da un custode, subito è scattato l’allarme. Gli artificieri dei carabinieri e della polizia l'hanno disinnescato; la miccia si è accesa e poi si è spenta prima di esplodere. Durante i rilievi i carabinieri hanno trovato un altro ordigno simile, posizionato all’interno del medesimo cortile dell’aula bunker, anche questo inesploso.

Gli artificieri: ben confezionato Era un ordigno ben confezionato. Al suo interno c’era della polvere pirica (la miscela che si usa per i fuochi artificiali). Gli artificieri della polizia di Stato, intervenuti sul posto per il disinnesco dell’ordigno, hanno affermato: "Non si tratta di una ragazzata. Era un ordigno ben confezionato, con ovatta schiacciata dentro, in modo che la miccia non si potesse scollegare, e ben nastrato". Proseguono gli artificieri: "Certo, dentro c’era la polvere pirica, quindi crediamo più a un’azione dimostrativa per colpire un obbiettivo sensibile".

Ma la procura minimizza "Dalle prime analisi dei carabinieri sembra si tratta di un residuo dei festeggiamenti di Capodanno". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. "Sicuramente - ha aggiunto - non ha alcuna valenza offensiva. Non sembra proprio un avvertimento o un segnale particolare".

L'esplosione del 3 Gennaio Il 3 gennaio un ordigno rudimentale è esploso nel capoluogo reggino, in pieno centro, danneggiando seriamente il portone di accesso dell’edificio della Procura Generale ma senza causare feriti, in un’azione che per gli inquirenti vede il coinvolgimento della ’Ndrangheta. Nel filmato dell’esplosione, registrato dalle telecamere di servizio e visionato da Reuters, si vedono due uomini sopraggiungere davanti all’ingresso dello stabile a bordo di un motorino, con addosso dei caschi che non li rendono identificabili.

Uno di loro scende, scarica una bombola e accende la miccia. Poco prima del motorino, nel filmato si intravede passare una Fiat 600. Gli inquirenti stanno cercando di capire se l’auto fosse in qualche modo coinvolta nella vicenda.

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