«Regia per imbavagliare il centrodestra»

Paola Setti

Il giorno dopo succede di tutto. Gianni Plinio il capogruppo di An grida al Soviet. I Verdi si alleano con An e Lista Biasotti con tanto di calendario di incontri per studiare la strategia anti golpe. Margherita e Ds sembrano Tozzi e Morandi: «Si può dare di più senza essere eroi». Il tutto mentre non retrocede la fede di Mino Ronzitti il presidente del consiglio regionale in un nuovo regolamento che metta in riga i lavori di un’assemblea che da troppe sedute viene convocata quasi inutilmente, che all’ordine del giorno ci sono tante mozioni e interpellanze ma solo l’ombra di provvedimenti di legge. «Se non ci sarà un cambio di passo non convocherò più il consiglio» ha avvertito il rigoroso padrone di casa di via Fieschi. Apriti cielo.
Ieri Plinio lo ha incontrato in commissione, in votazione c’era giusto il nuovo regolamento, e dopo avergli votato contro gliene ha cantate quattro: «Vorrà dire che il consiglio ce lo convocheremo da soli. Prendo atto con piacere che dopo mesi anche tu ti sei accorto della sconcertante improduttività legislativa della giunta e che le sedute consiliari sono state caratterizzate pressoché esclusivamente dalle iniziative dell'opposizione. Un conto è però tirare giustamente le orecchie al presidente Burlando, altra cosa è limitare le prerogative dei consiglieri». Un «bavaglio alla minoranza» per «nostalgia del soviet», così Plinio legge le intenzioni di Ronzitti. Lui, il presidente, ieri ha tenuto a precisare che non Burlando voleva richiamare all'ordine, quanto i consiglieri tutti, di centrosinistra e di centrodestra. Fosse un'azienda che vende leggi, la Regione avrebbe seri problemi di bilancio. Basta dare un'occhiata alla produttività: nel 2006 il Consiglio ha licenziato quattro fra disegni e proposte di legge, un testo unico, tre provvedimenti amministrativi, due relazioni. Per parte loro, le commissioni stanno ancora esaminando 5 disegni di legge e 15 delibere proposti dalla giunta, cui si aggiungono 8 proposte di legge presentate da consiglieri e gruppi. Càpita così che, sì, la giunta abbia varato, per dire, il disegno di legge «Promozione del sistema integrato di servizi sociali e socio sanitari», ma che la Seconda Commissione si sia arenata in fase di discussione. E che fra i provvedimenti varati ce ne siano altri, magari non rivoluzionari ma vabbè, dall'«Istituzione dell'osservatorio regionale per gli appalti e le concessioni» agli «Interventi strutturali a favore delle cooperative agricole», ma che le commissioni siano ancora inchiodate su vecchi provvedimenti: L'«Istituzione del Comune di Albisola mediante fusione degli attuali Comuni di Albisola Marina e Albisola Superiore» è in prima Commissione, e dire che il Consiglio avrebbe dovuto esprimersi entro il maggio 2005. L'«Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali» è da due giorni al vaglio della Seconda, e attendeva dal luglio scorso. In coda ci sono poi le «Misure urgenti in tema di lotta all'inquinamento luminoso e di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna», la proposta di legge alle Camere «Istituzione della giornata del riscatto», mentre erano state inserite in calendario ma sono poi state rinviate altre proposte, dai «Contributi ai Comuni per la migliore fruizione dei parcheggi» alle «Agevolazioni tariffarie sui servizi di trasporto pubblico locale a favore dei disabili». Che ci sia un problema lo ammettono tutti. «La verità è che la giunta non sta varando leggine da due o tre articoli, ma vere e proprie riforme strutturali, che richiedono più tempo: questo significa che se adesso non ci sono provvedimenti in Consiglio, fra qualche mese ce ne saranno così tanti da intasare i lavori» avverte Claudio Gustavino il capogruppo della Margherita. «Ci sono commissioni, come la Seconda, che devono occuparsi dello scibile, dallo Sport alla Sanità, e per forza si ingolfano: vanno riorganizzate per far sì che le leggi approdino in consiglio in modo veloce» dicono i colleghi di Ds e Rifondazione Moreno Veschi e Marco Nesci. Per Ronzitti la parola d'ordine è «parlamentarizzazione»: «Snellire l'iter dell'esame delle leggi e dei provvedimenti amministrativi che giacciono da molti mesi nelle competenti commissioni, ragione per cui ho richiamato la necessità di un “cambio di passo” nell'attività delle stesse», introdurre la convocazione del consiglio per «sessioni», con un Question Time settimanale quando all'ordine del giorno ci siano solo le mozioni dell'opposizione e non i provvedimenti di legge, ma anche il contingentamento dei tempi degli interventi in aula, per evitare che le sedute vengano monopolizzate per giorni da chi fa ostruzionismo. Il tutto precisando che, ecco, la «produttività» dei lavori di un'assemblea elettiva «non può essere misurata in termini di “tempo”, poiché si può stare riuniti per giorni e notti e non concludere nulla». E sul nuovo regolamento è già tutti contro tutti. Da ostruzionista che da sola è riuscita a tenere in scacco per oltre nove ore l'intera assemblea, ieri Cristina Morelli la capogruppo dei Verdi s'è alleata con l'altro maestro di filibustering, Gianni Plinio: «Le mie nove ore di relazione sulla caccia sono state vanificate in tre minuti da un maxiemendamento, con tanti saluti alle tutele per chi vuole esprimere un dissenso. Questo non può accadere». All'unisono il capogruppo di An: «Abbiamo già avuto modo di contestare l'operato del presidente Ronzitti allorché si prestò, con un colpo di mano, a sgominare l'ostruzionismo delle opposizioni sulla manovra fiscale. Questa modifica al regolamento non mi piace, perché con la scusa di adeguarlo, tra contingentamento dei tempi e abuso di voti di fiducia, si vuole mettere il bavaglio alle minoranze». Quanto alla lentezza dei lavori, Morelli è ironica: «In consiglio regionale chi vuole lavorare può farlo fino a togliersi l'anima, ma non sempre è così e quello di incentivare il lavoro delle commissioni è un problema che riguarda sia la giunta sia il consiglio». Plinio invece ieri non aveva nessuna voglia di scherzare: «Giù le mani dal consiglio! Non consentiamo che, con il pretesto della neghittosità della giunta, Ronzitti cali la saracinesca sulle attività consiliari». Il Question Time? Non scherziamo, il dibattito in consiglio non è certo la stessa cosa di una risposta di un assessore a un singolo consigliere. «Non è mai accaduto nella storia della Regione Liguria, indipendentemente dalle maggioranze, che si sia rinunciato alla convocazione settimanale del consiglio - sottolinea il capogruppo di An -. Non sarà una mera tribuna per politici, come sottolinea Ronzitti, ma il consiglio, come sancisce lo Statuto, è organo che esercita oltre che la funzione legislativa anche attività ispettiva, di controllo e vigilanza». Che poi, aggiunge il Plinio furioso, chissà che cosa sarebbe successo, se analoga intenzione fosse stata anche solo abbozzata dalla precedente amministrazione di centrodestra: «Le accuse di golpismo e di attentato alle libertà democratiche si sarebbero sprecate». Le armi sono già affilate contro la «dittatura della maggioranza»: Ronzitti non convocherà più il consiglio? «Noi consiglieri ce lo convocheremo da soli, basta un quarto dell'assemblea per farlo» promette Plinio.

Ieri intanto, Forza Italia ha inviato una minacciosa nota, nella quale il capogruppo Luigi Morgillo e il consigliere Matteo Rosso annunciano «un'interpellanza al giorno» sulla sanità, «per attirare allo scoperto i direttori generali ma soprattutto l'assessore Claudio Montaldo». «Tutti i giorni tuoneranno i nostri cannoni» promettono. Se passerà la linea Ronzitti, l'assessore lo staneranno magari, ma quando sarà da solo, nel Question Time.

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