Esprimere il linguaggio del malessere. O di quello che è stato chiamato «il male di vivere». Ci proviamo con le parole, con lo sguardo, persino con i gesti, ogni giorno, con chi ci sta accanto e con chi ci è estraneo. La non accettazione del proprio corpo, la rabbia, la paura dell'altro. Stati d'animo che spesso, se lo squilibrio è forte, si traducono in disordine alimentari come anoressia o bulimia, in depressione, in dipendenza dai farmaci. A dare voce d'arte a questi "segreti" del corpo e della mente hanno provato 35 artisti contemporanei e un regista, Le opere dei primi - specificamente dedicate al disagio al femminile - sono state raccolte dalla Galleria Wannabee di Silvia Pettinicchio, mentre le immagini del lungometraggio, incentrato sulla storia di Sara, un'adolescente che precipita nel gorgo dell'anoressia-bulimia, hanno la firma di Marco Pozzi, professore di regia allo Iulm.La collettiva e il film danno vita a "Maledimiele", progetto artistico che «nasce per promuovere l'incontro di arti visive diverse» spiega Marco Pozzi, «chiamate a esprimersi sul tema e sulla percezione del corpo, un progetto di comunicazione crossmediale su anoressia e bulimia in età adolescenziale». Per catturare attraverso la moltiplicazione del disagio chi non vuole vedere e per coinvolgere chi è già sensibile, mostra e film vengono presentati oggi allo Spazio Revel (ore 18.30), in un veneto culturale promosso insieme all'Aba, Associazione per lo studio, la ricerca e l'indirizzo alla cura di anoressia, bulimia, obesità e disordini alimentari (numero verde 800.16.56.16).
"Maledimiele" è anche un portale web che si interfaccia con le principali web community frequentate da adolescenti, una videoinstallazione in cui i giovani spettatori potranno confrontarsi con le patologie legate ai disturbi alimentari. SVitUna regia rock per la letteratura che non annoia
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