La Regione apre la Biennale del Pirellone 2

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni inaugurerà lunedì, alle ore 17.30 presso il Palazzo Lombardia (Nucleo 2) di Milano, «Lo Stato dell’Arte - Regione Lombardia», mostra promossa dal Padiglione Italia alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che raccoglie una selezione di 47 opere (pittura e fotografia) di artisti legati alla Lombardia. Sarà presente anche il curatore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia, Vittorio Sgarbi. La Biennale di Venezia, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha proposto a tutte le Regioni di partecipare alla manifestazione attraverso l’individuazione di spazi nei quali esporre le opere di artisti legati al territorio regionale. Oltre a Palazzo Lombardia con le sue 47 opere, una mostra con 62 opere (scultura, video, installazioni) sarà allestita anche a Palazzo Te a Mantova. Gli artisti, i cui lavori saranno in mostra a Palazzo Lombardia e Palazzo Te, sono stati selezionati da una commissione presieduta dallo stesso Sgarbi.
I lombardi potranno quindi ammirare in un’unica carrellate l’arte urbana di Rae Martini, le opere coloratissime di Alessandro Apollonio (Led). Ci saranno anche gli artisti metropolitani, che per anni hanno graffiato i muri di Milano e che ora sono finiti sui cataloghi degli artisti con le loro opere: da Bros a Pino Pinelli. Saranno esposte anche opere di Flavio Lucchini, presenta alla Biennale anche con una personale in progress e con una collettiva di sculture a Venezia, cui si aggiunge un'esposizione contemporanea a Milano che completa la panoramica sul lavoro dell'artista. A lui si dever l’insolita «sfilata» e reinterpretazione dell’abito moderno: dai burqua alle magie dell’oro.

Flavio Lucchini è infatti un personaggio che proviene dall'ambito della moda e che ha influenzato la scena creativa ed editoriale milanese fin dagli anni Sessanta. Art director e creatore di importanti testate di successo come Vogue Italia, L'Uomo Vogue, Amica, Donna, Moda, è passato alla produzione artistica contemporanea alla fine degli anni Novanta.