Da oltre un anno la Regione Lazio è in possesso della «cura» contro lemergenza incendi, ma non la usa. Un progetto di strumentazioni utilizzabili nella prevenzione e nello spegnimento del fuoco - già sperimentato con grande successo - infatti giace ancora in qualche cassetto della Pisana. E pensare che nella graduatoria delle regioni più colpite dalle fiamme, nei primi otto mesi del 2007, il Lazio occupa il quarto posto con ben 436 roghi e 2.948 ettari di bosco mangiati dal fuoco. Questa la storia: nellottobre 2004 Bic Lazio ed Esa (lAgenzia spaziale europea) siglano un protocollo dintesa per il sostegno di iniziative ad alta tecnologia di derivazione spaziale, proposte da Pmi e Centri di Ricerca del Lazio. Prima della selezione, lazienda romana «KellAvio» risultò essere quella che proponeva strumentazioni tecnologicamente avanzate per il supporto allavvistamento e alla gestione degli incendi.
«Iniziammo allora - racconta Fabrizio Aversa, amministratore delegato della «KellAvio» - una campagna per studiare il fenomeno degli incendi con dei sensori iper-spettrali che hanno la capacità di vedere il fuoco da molto lontano e anche sotto il fumo, con risultati sorprendenti». Secondo il manager in sintesi, per non vivere il terrore e la devastazione degli ultimi giorni sarebbero bastati dei piccoli aerei leggeri e tecnologici - magari a supporto degli elicotteri che quotidianamente vengono utilizzati per le perlustrazioni - muniti di una strumentazione capace di individuare anche il fuoco più piccolo (persino quello di una sigaretta accesa). Mezzi in grado inoltre di dirigere i soccorsi (spesso disorientati dalla spessa cortina del fumo) ottimizzando così gli interventi.
Ma come già anticipato, nonostante il materiale in questione sia nelle mani della Regione già dagli inizi del 2006, nei cieli laziali in questa estate rovente di questi aerei non ce nè stata traccia. «Come per ogni progetto - continua Aversa - lentusiasmo per il prototipo è sempre seguito da una certa resistenza nel tradurre in pratica linnovazione. Così, dopo aver collaudato il sistema con risultati ottimi e nonostante il costruttivo supporto dellAgenzia Spaziale Italiana, è arrivata lestate 2006. E sfortunatamente i pochi incendi che lhanno caratterizzata hanno fatto sì che si diffondesse un certo entusiasmo per i sistemi già in uso, facendo dimenticare a una certa burocrazia lurgenza e limportanza di salvaguardare il nostro territorio con i sensori iperspettrali antincendio. Una convinzione fuorviante e di cui ha fatto le spese proprio il nostro progetto, che non ha ancora avuto seguito».
E chissà, forse i 436 incendi di questo caldissimo 2007 sarebbero stati di meno, se il governatore Marrazzo e il dipartimento regionale della Protezione civile - mancando nel Lazio un assessorato ad hoc - avessero avuto un approccio diverso al problema, considerando magari anche soluzioni e metodi alternativi rispetto a quelli classici.