Regione, corsa alle candidature. È battaglia tra gli assessori

Quattro in lizza a Milano. Cattaneo e Buscemi "rivali" a Varese Ma rischia di restare fuori dai giochi qualcuno degli eletti nel 2005. Puntano al Pirellone Manfredi e Gallera, entrambi in carica in Comune

Grande agitazione tra gli assessori milanesi in vista delle regionali. I sondaggi sono positivi per il Pdl, ma il confronto si fa con il 2005, anno in cui il Carroccio viaggiava su percentuali molto più basse delle attuali. Nel 2005 a Milano sono stati eletti in otto sotto i simboli di Forza Italia e An. Alle regionali 2010 si punta ad averne sette o otto del Pdl, che potrebbero diventare nove o dieci grazie al listino e al recupero dei resti.
Gli assessori concorrenti in area milanese sono Romano La Russa, Stefano Maullu, Gianni Prosperini e Domenico Zambetti. Con l’incognita di Massimo Buscemi, che però più probabilmente correrà a Varese, in un testa a testa con Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture. Secondo le previsioni, infatti, il Pdl dovrebbe riurcire a far eleggere due candidati.
Un’altra disfida, che forse più appassiona il mondo politico cittadino, è quella tra le varie anime del Pdl che si contendono il podio, ovvero i primi tre eletti a Milano. I liberal azzurri sperano in un minore impegno elettorale di Giancarlo Abelli e coltivano la speranza di contenere il peso di Cl. Lo stesso discorso vale per gli ex An. Alle europee Ignazio La Russa ha raccolto più o meno lo stesso numero di preferenze della somma dei voti di Mario Mauro e Gabriele Albertini e questo ha acceso un certo entusiasmo.
C’è poi l’area retrocessione, la zona di coloro che sono stati eletti nel 2005 ma questa volta rischiano di non farcela. Ad Angelo Giammario, ottavo nella classifica dell’attuale Pdl (che nel 2005 era ancora diviso tra Forza Italia e An), erano bastati 5750 voti, ma secondo i calcoli di partito questa volta ne serviranno diecimila. In ogni caso non meno di ottomila. E i contendenti dovranno vedersela anche con Domenico Zambetti, ex udc che nel frattempo è entrato nel Pdl.
Secondo le previsioni, il testa a testa sarà tra Mario Sala, il candidato di Cl che nel 2005 ha superato i ventimila voti, e Romano La Russa, assessore all’Industria e fratello di Ignazio, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl. È difficile che Cl scelga di sostenere pienamente un secondo candidato, in un momento in cui sembra prevalente la necessità di dimostrare la propria forza elettorale e difenderla da terzi “incomodi”, chiamati a difendere le sorti dell’area liberal degli azzurri.
In pista Stefano Maullu, che nel 2005 aveva ottenuto diecimila voti, ma adesso, da assessore, è probabile possa contare su nuove preferenze oltre che sul sostegno del coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, che Maullu ha molto sostenuto durante la campagna elettorale per Palazzo Isimbardi.
Sante Zuffada, che parte da una base di circa diecimila voti del 2005, può contare sul sostegno del sottosegretario alle Infrastrutture e sindaco di Arconate, Mario Mantovani. E poi c’è Alessandro Colucci, vice coordinatore provinciale del Pdl e figlio del questore della Camera, Francesco Colucci, che alle regionali del 2005 aveva superato soglia tredicimila voti. Difficile dire anche che cosa farà Antonella Maiolo (undicimila voti nel 2005).
In arrivo dal consiglio comunale il presidente dell’aula, Manfredi Palmeri, e il capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Giulio Gallera. Entrambi, almeno al momento, sembrano decisi a giocarsi le proprie sorti politiche al Pirellone. Una mossa che aprirebbe spazi a coloro che restano o a eventuali nuovi ingressi per il 2011.
A chiudere il cerchio listino (da cui è data in uscita Sveva Dalmasso) e legge elettorale. L’accordo di maggioranza prevede di portare a dodici fissi gli eletti certi legati al presidente della Regione.

Con i resti, si otterrebbero un altro gruppetto di quattro praticamente bloccato: uno a Sondrio, uno a Lodi, uno a Lecco e uno a Milano. In caso di accordo con l’Udc, cambiare la legge elettorale è ritenuto praticamente indispensabile per non lasciare a casa qualche eletto nel 2005.

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