Voci in arrivo dai tribunali ma per una volta non sono in gioco inchieste, avvisi di garanzia, manette e interrogatori. La questione riguarda il consiglio regionale della Lombardia, che potrebbe essere rivoluzionato dalla Corte dAppello. Si parla di errori che riguardano Brescia e forse Como, anche se lallarme alto in mattinata sembrava ridimensionato verso sera. Il giallo comunque rimane: pare che i riconteggi in due Provincie abbiano portato a risultati diversi da quelli registrati ai seggi e qualcuno azzarda che Pdl e Lega avrebbero due consiglieri in meno. A questo punto, regalo quasi paradossale della legge elettorale, scatterebbe il bonus: sedici consiglieri eletti con il premio di maggioranza invece degli otto che sembravano eletti il 29 marzo.
Non sempre ce ne ricordiamo, ma dopo le elezioni le schede contate ai seggi vengono chiuse in scatoloni e portate in tribunale, dove vengono materialmente ricontate una a una, per essere sicuri che non ci siano stati errori né truffe.
La trepidazione è alta, perché lufficio elettorale della Corte dAppello prevede ancora qualche giorno di lavoro e comunica che sta ancora effettuando il riconteggio e il controllo formale delle schede. Così la proclamazione ufficiale di Roberto Formigoni a presidente della Lombardia è rinviata. Tutto regolare, però, secondo il presidente dellufficio, il giudice Domenico Bonaretti: le normali operazioni di riconteggio delle schede sono ancora in corso e la Corte dAppello non ha ancora ricevuto gli esiti delle operazioni effettuate nelle circoscrizioni provinciali degli altri tribunali lombardi, incaricati di proclamare gli eletti ciascuno nella propria provincia.
Tensione inevitabile, perché come nella notte dei risultati elettorali è rimasto fino alla fine il dubbio sul listino, allo stesso modo lincertezza si mantiene in attesa dei risultati definitivi. Questi eventuali otto voti di differenza, infatti, riaprono i giochi del consiglio e della giunta.
Ecco lelenco degli esclusi che sperano di essere ripescati. Il primo della lista è Francesco Magnano, geometra con studio a Macherio, apprezzato da Silvio Berlusconi, di cui si parla anche come assessore. Segue Marco Pagnoncelli, già assessore e sottosegretario nella giunta Formigoni, anche lui in corsa per un ruolo nella squadra 2010 del presidente. E poi due consiglieri della ex Alleanza nazionale, Pietro Macconi ed Enrico Mattinzoli, che porterebbero a cinque il numero dei parlamentari di area An, al momento fermi a quota tre. Chiude lelenco una pattuglia di quattro candidati della Lega: Monica Rizzi, Giulio De Capitani, Luciano Bresciani, Marco Cavallin.
Il «nuovo» consiglio vedrebbe un ruolo più forte di An, nellarea laica del Pdl e della Lega. Inoltre, qualche scossone è possibile anche allinterno del Carroccio.
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