Regione, una guerra tra poveri. Dipendenti

Antonella Aldrighetti

L’ennesima e dolorosa spina nel fianco della giunta Marrazzo è senz’altro rappresentata dalle politiche del lavoro: tante parole e pochi fatti. Le esternazioni della maggioranza ulivista in materia contrattuale hanno riguardato soprattutto la condanna di tutte quelle forme di lavoro atipico dettate dalla legge 196 del 1997. Questo almeno a chiacchiere perché, nelle opere, le cose starebbero diversamente. Lo dimostra l’ultimo atto licenziato dalla giunta in materia di fornitura di lavoro interinale che prevede il pagamento per un milione e mezzo di euro del lavoro atipico grazie alle risorse destinate al salario accessorio del personale dipendente. Una manovra, quella che porta la firma del governatore Piero Marrazzo dietro proposta dell’assessore al Bilancio Luigi Nieri, che vorrebbe passare un po’ come un “colpo alla Robin Hood” che leva ai “ricchi” (i dipendenti regionali a tempo indeterminato) per dare ai “poveri” (i precari). Ma il punto non è tanto che non si dovrebbero favorire le assunzioni o le retribuzioni degli interinali; piuttosto nel fatto che il contratto nazionale dei dipendenti degli enti locali vieta il trasferimento di risorse a esso indirizzate verso altri capitoli di spesa. Ed entrando nel merito dell’operazione viene fuori che «neppure tecnicamente si può utilizzare questo metodo, anche quando si tratta di salario accessorio perché viene concordato a priori. Peraltro - spiega Rita Mottola, responsabile sindacale del Diccap-Confsal - la giunta di sinistra avrebbe comunque dovuto interpellare i firmatari del contratto di lavoro e concordare semmai con loro, ma a fine anno, come utilizzare quel milione e mezzo di euro. Ribadiamo inoltre che sono i dipendenti a tempo indeterminato i diretti fruitori di quelle risorse che devono essere impiegate per retribuzioni extra, turni disagiati e indennità di presenza».
Ma se le cose stanno davvero così, perché mai l’assessore al Lavoro Alessandra Tibaldi (che fin dalla nomina si è professata contro ogni sorta di atipicità e precarietà) non è saltata sulla sedia quando, dinanzi ai suoi occhi, la giunta Marrazzo alzava le mani per approvare la delibera in questione? La Tibaldi come risulta dagli atti (il 18 ottobre scorso), era tra i presenti di quella seduta. Che l’abbia fatto per solidarietà di partito verso il proponente della decisione, cioè Nieri? Avremmo voluto chiederglielo, eppure avendola cercata dalla mattina al pomeriggio inoltrato non ha avuto neppure 5 minuti per dedicarsi alla risposta. Peccato, anche perché il Prc non sembra aver dimenticato le battaglie contro il lavoro precario visto che proprio la scorsa settimana ha ritenuto opportuno interrogare il consiglio regionale su un tema analogo in merito ad assunzioni temporanee all’Ares 118, proposte dall’assessore alla Sanità Augusto Battaglia. Che fossimo dinanzi all’ennesimo caso di «due pesi e due misure»? «Assolutamente no, siamo contrari a provvedimenti di spesa che favoriscano il lavoro atipico - tiene a ribadire il capogruppo di Rifondazione, Ivano Peduzzi -. Piuttosto crediamo che sia una manovra per sottolineare quanto la “coperta” dei conti regionali sia corta. Si sposta da un lato, quello a favore dei contratti a tempo indeterminato per garantire uno stipendio a chi è precario.

Ma riteniamo comunque che il discorso vada approfondito». Vale a dire che, se così fosse, tornerebbe in auge il motto «lavorare meno, lavorare tutti» anche a scapito della valorizzazione di quelle professionalità che nella “casa di vetro” certo non mancano.

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