Neanche il caffè si paga da solo. Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio e autorevole esponente del Partito democratico, non spende un centesimo bucato per ladorata tazzina fumante. Offrono i cittadini, anche se non lo sanno. Il governatore, che predica lausterity, ma solo per gli altri, ha istituzionalizzato la spesa per il caffè e per le eventuali bevande da degustare nel corso delle sedute di giunta, cioè delle riunioni con i suoi 16 assessori convocate per approvare le delibere.
La Regione, tramite il dipartimento istituzionale, ha infatti affidato la fornitura di bricco fumante, tazzine, zucchero, acqua e bibite non precisate, a una ditta, impegnando la somma di seimila euro lanno, e giustificando la scelta è scritto nel documento ufficiale con la necessità di assicurare il servizio «in modo tempestivo e nel rispetto di particolari esigenze di orario». Così, a una certa ora della mattina, di un certo giorno, in genere il venerdì, quando i «17» si riuniscono, un inserviente bussa alla loro porta che, per i curiosi, si trova al piano terra della palazzina A della sede di via Cristoforo Colombo. Toc, toc. Chi è? Risponde probabilmente la voce di qualcuno degli assessori. Non conosciamo i dettagli dei convenevoli seguenti. Auspichiamo, però, che la frustata a base di caffeina pagata dai cittadini sia di aiuto. E soprattutto gradita. Ora, la cifra è un granello di sabbia se paragonata al bilancio regionale. Quasi inutile precisarlo. Ma è molto di più, se comparata ai bilanci delle famiglie del Lazio. È significativa, e tanto, se analizzata come principio, visto che fa nascere spontanea una domanda: perché il caffè dobbiamo offrirlo noi? Per quale motivo, infatti, Marrazzo e i suoi sedici assessori, che già godono di benefit e di fondi spesa invidiabili, non mettono mano ai propri portafogli per cavare una monetina dorata da 50 miseri centesimi di euro, tanto costa una tazzina nei bar del complesso regionale di via Cristoforo Colombo?
Perché Marrazzo e la sua squadra di governo non sorseggiano, pagando, la dose quotidiana di caffeina presso lelegante buvette della Presidenza che sta a due passi, nel vero senso della parola, dalla loro sala? Facciamo due rapidi calcoli. In un anno la giunta si riunisce al massimo una volta ogni sette giorni.
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