Roma

Regione, manovra non concordata con le Asl

Antonella Aldrighetti

La manovra di bilancio varata dalla giunta Marrazzo, oggi, approda alla Pisana «bucata». Mentre l’opposizione annuncia raffiche di emendamenti per raddrizzare gli ammanchi di cassa. Se si trattasse di una «freccia» per mettere a segno la politica dell’ex conduttore televisivo, già partirebbe spuntata. E lo sa pure l’assessore al bilancio Luigi Nieri quando afferma «essere uno strumento limitato» e solo «un assestamento politico» che però non copre il disavanzo dell’anno corrente. Parte dei 450 milioni di deficit rimangono al palo: il deficit sanitario, resta scoperto per il 60 per cento malgrado l’impegno aggiuntivo di introiti ottenuto dalla vendita di proprietà immobiliari delle Asl al comune di Roma. Ma il caso ha voluto che sempre per stamani sia prevista, all’ordine del giorno della giunta, una delibera che contraddice la relazione sul bilancio di previsione dell’assessore Nieri, fissando nell’importo di 225 milioni il disavanzo complessivo regionale previsto per il 2005.
A quale «monte debiti» bisogna allora prestare l’orecchio? «Questa delibera conferma che la giunta non ha fatto nessun tipo di concordamento con le aziende sanitarie - ribatte il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Augello - decidendo invece di fissare un budget per editto, senza analizzare, le spese comprimibili e quelle incomprimibili». Ma come sedare quella che ormai sembra essere diventata una guerra di cifre al rialzo? Con altri numeri s’intende: quelli di Nieri. Ed ecco in arrivo 170 milioni di euro per coprire il deficit sanitario, altri 20 milioni per il Cotral, 10 per le attività economiche e sociali e 187 destinati agli investimenti, di cui 5 per il trasporto pubblico locale e 151 a copertura dei programmi di edilizia residenziale pubblica. Compreso un capitolo dedicato al «superfluo»: 4 milioni alla Fondazione musica per Roma e altri 4 per il 2006. Mentre al paragrafo entrate si attestano 208 milioni di euro di cui 120 corrispondenti ad entrate decise nel 2004 (di cui 70 dal condono edilizio) e 108 derivanti dalla vendita al Campidoglio delle aziende agricole di Tenuta del cavaliere e Castel di Guido. Operazioni queste ultime che contrastano con la preannunciata «inversione di rotta» dissimulata sotto l’egida del pregiudizio ideologico sulle alienazioni del patrimonio invocata quando si trattava di vendere il San Camillo all'Inail. Fatto sta che la manovra di bilancio regionale raccoglie pure il plauso dell’assessore capitolino alle Finanze, Marco Causi. Che sia stata scritta a quattro mani? Piuttosto ci viene da rispondere che possa costituire una sorta di professione di fede nei confronti del comune di Roma. Perché in agguato resterebbe sempre il taglio dei ticket sui farmaci. E nel capitolo apposito non v’è voce che possa confermare il provvedimento. O meglio «Se nel mese di ottobre, come annunciato, si procedesse in questo senso già nel 2005 - continua critico Augello - sarebbe logico prevedere minori entrate per 9 milioni di euro, oltre a una crescita della spesa di altri 20 milioni. Ma anche di ciò non c’è nessuna traccia». Mentre a proposito di politiche sociali potrebbe essere interessante capire che ne sarà della Carta Senior. «Rimarrà» precisa il consigliere Mario Di Carlo che invece punta l’indice contro la gratuità dei trasporti pubblici agli ultrasettantacinquenni. «Una discrepanza identitaria - la definisce l’ex mobility manager capitolino - meglio in miglioramento del trasporto locale piuttosto che nell’elargire bonus senza logica consequenziale».

Punti di vista che corroborano quanto all’appello manchino voci chiare per definire Piero Marrazzo «Presidente di tutti nessuno escluso» come ancora campeggia sui manifesti della passata campagna elettorale: basterebbe un solo codicillo dedicato al welfare.

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