Il Pirellone non si arrende e continua la sua battaglia solitaria. Così, alla fine della giornata Roberto Formigoni ha in mano due armi: la bomba dell’«esproprio» e il fioretto, ovvero la possibilità di entrare in società con i privati per comprare le aree in cui si svolgerà l’Esposizione universale del 2015. A questo punto - suggeriscono dalla Regione - tra gli acquirenti potrebbe esserci proprio Fondazione Fiera, oltre che qualche altro soggetto privato interessato a investire sull’Expo 2015 (o sul dopo). La newco votata ieri dall’aula del Pirellone prevede infatti soci privati.
Fa più rumore l’artiglierìa pesante, ovvero l’ordine del giorno sull’esproprio presentato dal Pd (primo firmatario Franco Mirabelli) e votato a larga maggioranza in consiglio regionale, in cui l’esproprio è definito «la strada maestra, adatto a coniugare sia l’esigenza della proprietà, con un risarcimento adeguato, sia quella del pubblico». L’esproprio (più garbatamente il procedimento ablativo) è l’istituto previsto dalla Costituzione a cui la pubblica amministrazione ricorre in caso di interventi di pubblica utilità, solitamente infrastrutture come autostrade, acquedotti, alta velocità, come testimoniano gli espropriati di Tem, Brebemi, Pedemontana, Tav, per fare qualche nome.
Il consiglio regionale chiede così al sindaco, Letizia Moratti, quale autorità competente, «che in forza della pubblica utilità di Expo 2015 definisca tempestivamente l’utilità pubblica delle aree sulle quali andrà a svilupparsi l’evento internazionale». Inoltre, il consiglio chiede che «la valutazione delle aree sia effettuata da un collegio di personalità super partes». Fino al botto finale, appunto la richiesta di «voler valutare di richiedere l’esproprio delle aree per evitare un contenzioso senza soluzioni che porterebbe al fallimento dell’intera manifestazione».
Ma torniamo al fioretto della newco. Il consiglio regionale ha approvato un emendamento che autorizza la giunta regionale a promuovere, «con altri soggetti interessati all’Expo», una società per azioni «al fine di agevolare l’acquisizione delle aree del sito Expo 2015 in modo da consentire la tempestiva realizzazione delle opere secondo il dossier di registrazione predisposto dalla società Expo 2015 spa». L’emendamento, presentato dall’assessore al Bilancio Romano Colozzi, consente la partecipazione societaria non solo a soggetti pubblici, ma più genericamente a chiunque sia interessato. Inoltre, per il finanziamento di opere e interventi connessi a Expo, l’assestamento di bilancio regionale prevede 11 milioni di euro nel 2010 e 10 milioni nel 2011.
Soddisfatto Formigoni, che si concentra sulla newco («strada percorribile») e ufficialmente si dissocia dalla parola esproprio: «Io, come sapete, non ho mai pronunciato questa espressione. L’ordine del giorno dà delle indicazioni, non è che si marmorizzi su una sola possibilità, ma testimonia la perfetta identità di vedute tra il Consiglio regionale e il presidente della giunta». Il presidente della Regione non si sottrae alla diatriba con il Comune, che preferisce il comodato d’uso. Una risposta alla lettera della Moratti, che chiede alla Regione di formulare una proposta? «Le ha risposto il consiglio regionale, che si è espresso in maniera straordinariamente chiara, ha indicato la via più limpida, più rettilinea, quella che anche io ho sempre indicato».
L’esproprio guadagna un consenso trasversale, dal capogruppo della Lega, Stefano Galli («idea di buon senso, siamo favorevoli in modo convinto») al presidente dei consiglieri del Pdl, il formigoniano Paolo Valentini, che però si concentra più sul valore simbolico dell’ordine del giorno: «Occorre fare in fretta e questo è un messaggio importante per accelerare l’iter di acquisizione delle aree».
Contro l’esproprio solo due consiglieri del Pdl (Sante Zuffada e Carlo Saffioti) e l’Udc.
Ma la Regione non molla e vota l’esproprio dei terreni
Il Pirellone non si arrende e continua la sua battaglia solitaria. Così, alla fine della giornata Roberto Formigoni ha in mano due armi: la bomba dell’«esproprio» e il fioretto, ovvero la possibilità di entrare in società con i privati per comprare le aree in cui si svolgerà l’Esposizione universale del 2015
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