La Regione paga il mutuo a chi non ce la fa

La Regione paga il mutuo a chi non ce la fa

L’aria di crisi fa bene alla giunta Burlando. Dopo la legge sugli agriturismi riveduta e corretta con i suggerimenti dei diretti interessati, la legge-Berruti sull’edilizia già iscritta all’ordine del giorno era stata messa in frigo. E la pausa al fresco è servita, visto che il 20 novembre (questa almeno è la data fissata dal presidente) andrà in consiglio con un’importante novità. Verrà infatti inserito un articolo per provare a risolvere un problema vero, reale, attuale. L’obiettivo è aiutare chi non riesce a pagare la rata del mutuo, chi rischia di perdere la casa perché non può più far fronte ai costi crescenti del prestito, persino a chi rischia di restare senza un tetto perché ha delle multe arretrate da pagare e gli pignorano l’appartamento.
Insomma, il debito lo paga la Regione. Attaverso l’Arte, magari, al quale metterà a disposizione un fondo di garanzia di «alcuni milioni» (al momento sembrano già utilizzabili 2.4 milioni di euro). Le soluzioni sono di diverso tipo ma partono tutte da tre condizioni fondamentali: che a chiedere l’intervento pubblico sia la famiglia in difficoltà, che si tratti di un nucleo a basso reddito (e che non si sia impegnato per un immobile di lusso), che la famiglia continui ad abitare l’appartamento pianificando con l’Arte la soluzione per restituire il debito. «Deve essere un fondo a rotazione, non a fondo perduto - precisa Burlando -. Si potranno trovare accordi singoli a seconda delle situazioni, ad esempio si potrà pensare a una formula come l’affitto a riscatto, o una dilazione più estesa delle rate. L’importante è che la famiglia non perda la casa». Anche il tipo di intervento della Regione può essere di diverso tipo. Se si trattasse di una «difficoltà» temporanea della famiglia, il fondo di garanzia può pagare direttamente alla banca le rate fino al momento in cui terminerà l’emergenza del proprietario. In caso contrario l’ente potrebbe estinguere tutto il mutuo, facendosi girare dalla banca l’ipoteca, e diventando così il creditore, a condizioni naturalmente «sociali», della famiglia.
Il progetto, che deve essere tramutato in emendamento alla legge, è stato presentato anche all’Abi, all’associazione delle banche. Che hao ammesso una situazione di allarme per quanto riguarda la crisi dei mutui, visto che sono centinaia i casi di insolvenza in Liguria. Gli stessi istituti di credito hanno molto da guadagnare da questo intervento della Regione. La procedura di messa in mora della famiglia insolvente e il recupero del credito (o il pignoramento della casa) sono pratiche lunghe e quindi comportano perdite di denaro. «Per questo - interviene l’assessore alle finanze G.B. Pittaluga - le banche potrebbero accettare di contribuire anche alla creazione di un fondo etico, versando magari una piccola parte del denaro di cui rientrerebbero immediatamente in possesso. Così contribuirebbero ad alimentare il progetto».
Soddisfatta anche l’assessore Maria Rita Berruti, che ha ricordato come siano in corso anche contatti con i notai. Lo «spostamento» del mutuo dovrebbe comunque essere sancito con un rogito.

E i notai, per i casi di indigenza, hanno già accettato di lavorare gratis. Se gli effetti della minaccia della crisi di maggioranza sono questi, chissà cosa riuscirebbe a fare la Regione in caso di rottura definitiva e di gestione ordinaria.

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