La Regione si «fa bella» a spese dell’Urp

Antonella Aldrighetti

È assodato quanto obsoleto ammettere che il governatore della regione Piero Marrazzo conosca l’importanza di come diffondere una notizia e utilizzare i mezzi di comunicazione. Lui che ha tenuto per anni le redini di «Mi Manda Raitre» gomito a gomito con le associazioni dei consumatori, che ha «bacchettato» i detrattori in difesa degli utenti, nel buon nome della verità senza interferenze. Ecco perché da lui, ex televolto e difensore ostinato dei cittadini, ci si aspetterebbe che mettesse in pratica quei dettami basilari per fare della comunicazione l’essenziale e nuda cronaca dei fatti, slegata il più possibile da condizionamenti politici. Il pubblico, quello regionale che gli ha riconosciuto il placet elettorale, questo s’aspetterebbe. E questo dovrebbe essere il ruolo cui sono deputati i cosiddetti Urp, appunto gli Uffici relazione con il pubblico della casa di vetro di via Cristoforo Colombo: dare alla cittadinanza notizie chiare e concrete a ogni richiesta e aiutarli a superare qualsivoglia impasse burocratica. Però - perché sembra che da un po’ di tempo a questa parte ci sia spesso un però quando si analizzano gli accadimenti regionali - il governatore ulivista ha preferito che i fondi destinati al funzionamento degli Urp, per complessivi 800mila euro tondi tondi, fossero rimessi in circolo e deputati a finanziare, anziché gli sportelli al servizio dei cittadini, le spese di «rappresentanza». Quelle relative alle attività di promozione e comunicazione, quelle altre per l’adesione ad attività di enti e organismi che presentino interesse per la regione Lazio e finanche, per manifestazioni, celebrazioni, mostre, convegni e seminari.
Certo l’immagine dev’essere necessariamente curata in chiarezza e linguaggio ma, a dare risposte ai cittadini chi ci penserà? Viste le ultime variazioni di bilancio, licenziate dalla giunta di sinistra su proposta dell’assessore competente Luigi Nieri, e che hanno comportato il dirottamento di risorse da un capitolo di spesa concreto a un altro che potrebbe essere considerato solo «in divenire», i cittadini possono comunque attendere e sperare che l’Urp non venga sotto-finanziato a tal punto da indurne la chiusura. Quanto ai dipendenti regionali che vi prestano servizio attivo, che ne sarà di loro? Viste le ultime della giunta potrebbero andare a far parte di una folta schiera di «veline» e «promoters» che presenzieranno a congressi e convegni all’ombra della bandiera con lo stemma regionale. Ma come si è riusciti a spostare, senza colpo ferire, una cospicua porzione di risorse quando il bilancio regionale per essere approvato ha dovuto ricevere il beneplacito di tutta l’aula consiliare della Pisana? È bastato un semplice éscamotage di finanza «creativa» - lecito e ragionevole solo quando è la sinistra a convalidarlo - per spostare all’interno di una medesima «unità previsionale di base» la posta in gioco: 400mila euro già l’11 ottobre scorso (delibera n. 846), 220mila l’8 novembre con due manovrine ad hoc (delibera n. 958 e n. 959) e gli ultimi 180mila a metà novembre (delibera n. 995).

«Tutte esigenze emerse - si legge ficcanasando tra gli atti licenziati dalla penna di Marrazzo - nel corso della gestione e prospettate dalla Direzione regionale Attività della presidenza». Che le risorse per la cura dell’immagine si siano limitate a queste? È vero che la comunicazione ha i suoi costi, esosi, ma ci auguriamo che qualche risorsa rimanga pure nelle tasche degli Urp.

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