Politica

La Regione Sicilia taglia venti deputati

L'assemblea regionale passa da 90 a 70 rappresentanti. I voti favorevoli sono stati 59 su 61 presenti. Ora la palla passa alle Camere che dovranno dare il loro assenso attraverso una doppia lettura.

Sempre più vicino il taglio del numero di deputati al Parlamento siciliano. L'Ars ha approvato nella seduta di oggi il disegno di legge che prevede la riduzione dei deputati dagli attuali 90 a 70. Il ddl è passato con 59 voti favorevoli su 61 presenti, un astenuto, e l'unico voto contrario del deputato Giovanni Greco. Adesso il testo dovrà essere trasmesso a Camera e Senato per una doppia lettura e l'approvazione definitiva. Con venti deputati in meno, si calcola un risparmio di circa sette milioni di euro all'anno per le casse dell'Ars.
Fino all'ultimo molti deputati avevano cercato di imporre il voto segreto. Nelle dichiarazioni di voto avevano annunciato il sì i capigruppo Maira (Pid), Leontini (Pdl), Marrocco (Fli), Cracolici (Pd), Bufardeci (Grande Sud) e il deputato Dina per l'Udc. Aveva inveve inizialmente espresso la sua contrarietà e richiesto il voto segreto, il deputato di Grande Sud Carmelo Incardona che poi ha invece votato a favore. Greco (Alleati per la Sicilia) ha parlato di «scippo della partecipazione e della democrazia, con il pericolo che le province di Enna, Ragusa, Caltanissetta siano poco rappresentate in parlamento. Anche un altro deputato, Coljanni, aveva chiesto il voto segreto e aveva detto: «Se ci costringeranno a non votare segretamente, abbiamo il coraggio di dire quello che pensiamo, che non approviamo l'antipolitica». Critiche al ddl anche dall'Mpa Giuseppe Arena che ha detto di votare sì «mio malgrado anche se questa legge fa vomitare». Il deputato aveva annunciato la presentazione di un ddl con ulteriori tagli al numero dei parlamentari, fino a 48. Le opposizioni, a loro volta, hanno anche chiesto l'inserimento della cosiddetta «norma antiribaltone»: «Riteniamo doveroso per completezza istituzionale - hanno dichiarato Salvino Caputo e Francesco Scoma del Pdl - di inserire nel disegno di legge sulla riduzione del numero dei parlamentari anche un emendamento che separi le sorti del Presidente della Regione dalla vita istituzionale della Assemblea regionale». Un parlamento, secondo Carmelo Incardona, «ostaggio e prigioniero» del presidente di turno da tre legislature.

Alla fine, comunque, la norma è passata e ora è possibile che analoghe iniziative vengano adottate in altre regioni italiane.

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