Marta Vincenzi aveva detto che lesodo dei profughi dal Nord Africa alle coste italiane è equiparabile allo sterminio nazista nei campi di concentramento. In attesa di capire a chi volesse affibbiare il ruolo di kapò, arriva unaccusa, assai meno appariscente ma ben più concreta da unaltra donna sindaco. Che si schiera apertamente con i profughi e dice chiaramente chi è il responsabile delle situazioni di vita indecente in cui sono costretti a vivere. Nel mirino di Rosy Guarnieri, sindaco leghista di Albenga, finisce proprio la Regione che tanto si lava la bocca di accoglienza e solidarietà, ma poi rinchiude «dieci persone in un piccolo alloggio di circa 38 metri quadrati al lordo del servizio igienico e del corridoio, giudicandolo umano». Dopo il braccio di ferro sulla sistemazione dei profughi nellex ospedale, la sindaco ieri mattina, accompagnata dall'assessore ai servizi sociali Eraldo Ciangherotti, dal consigliere comunale con delega al Demanio Manuel Barbo e da una pattuglia della polizia municipale, ha effettuato un sopralluogo presso le strutture in Via Michelangelo nel quartiere di Vadino ad Albenga, dove la sera prima cera stato un principio di rivolta dei profughi, una quarantina in tutto, stipati in quattro bilocali.
«La situazione è inaccettabile - ha confermato Rosy Guarnieri - e comprendo perfettamente le lamentele degli ospiti, alcuni dei quali persino mi hanno raccontato di rimpiangere il trattamento ricevuto in altre realtà, quali il centro temporaneo di Ventimiglia. Ringrazio la compagnia dei carabinieri e la polizia municipale che in questi giorni si sono messi a disposizione per monitorare la situazione.
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