(...) Ma proprio per questo abbiamo chiesto e ottenuto che venissero almeno convocate le varie commissioni. Che si lavori comunque. Credo che il consiglio aspetti la soluzione delle incompatibilità». Il caso riguarda in particolare tre consiglieri. Sandro Biasotti ed Edoardo Rixi sono anche parlamentari, Marco Limoncini è anche sindaco di Cicagna, e queste cariche non sono «cumulabili» con quella di consigliere regionale. «Entro i primi di giugno verranno risolte queste situazioni - garantisce Roberto Bagnasco, membro della giunta per le elezioni - Il presidente Monteleone chiederà agli interessati di sciogliere le riserve». Scontato che Limoncini resti in via Fieschi, così come Rixi che lo ha già annunciato. Biasotti dei tre sembra senzaltro il più indeciso.
Alla fine dei conti, lunico modo che resta ai consiglieri per dimostrare la loro attività politica è quello di «sparare» comunicati stampa a raffica. Come nel caso del «buco» della Sanità, quella voragine nei conti sempre smentita dalla sinistra e da chi le credeva, ora diventata impossibile da mascherare, tanto che dal Pdl, con Gino Morgillo e Raffaella Della Bianca in testa, arrivano dichiarazioni di fuoco contro la Regione che dovrà aumentare le tasse ai liguri.
Linizio di legislatura non appare dunque in linea con lannunciata linea del rigore. A partire dalle scelte dello stesso presidente Burlando. Dopo che lassemblea precedente aveva votato una riduzione delle indennità ai consiglieri regionali proposta da Gianni Plinio e Moreno Veschi, la nuova giunta si presenta con dodici assessori più il presidente. Cioè una poltrona in più rispetto al precedente ciclo. Così come giace sepolta in qualche cassetto la proposta di legge avanzata da Mino Ronzitti, che prevedeva una giunta di massimo 10 assessori più il governatore (due in meno degli attuali) e con un limite di quattro assessori esterni (ora ce ne sono ben sei), cioè non già pagati come consiglieri.
Tra i tanti luoghi comuni dellultima campagna elettorale, cerano anche gli annunci della regolarizzazione di tanti precari da parte di Burlando, che però non ha mai neppure regolarizzato quelli che aveva in casa. In particolare, con il rinnovo del consiglio regionale, hanno perso il posto di lavoro anche diversi dipendenti dei gruppi politici. Personale precario che alla scadenza del mandato ha dovuto cercare una conferma. Non per tutti cè stata. Così al momento sono disoccupati due dipendenti dei Verdi (senza rappresentanti in regione), due del Pdl (che pure ha aumentato notevolmente i consiglieri, due dellIdv (in questo caso i consiglieri sono addirittura triplicati) e uno dei Comunisti Italiani (al quale mancherebbero solo due anni di contributi per andare in pensione). Per loro i nuovi gruppi non hanno trovato posto. Quando sono entrata in consiglio 5 anni fa - ricorda Cristina Morelli dei Verdi - presi con me due collaboratori, uno veniva da An e uno dalla Lega. Feci loro un contratto per sei mesi, dando loro la possibilità di non restare improvvisamente disoccupati. Non è questione di colore politico, cè sempre stata una sorta di gentlement agreement per non lasciare a spasso la gente. È quello che chiedo anche ai consiglieri di oggi». Anche perché il personale presente ha capacità e conosce la «macchina» della Regione. Ma a volte non è sufficiente. «Abbiamo mantenuto i posti - spiega Matteo Rosso del Pdl - Abbiamo assunto anche nuovo personale».
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