C’è una proposta per ammorbidire l’effetto dell’aumento di 10 euro sul ticket per le visite specialistiche. E cioè tamponarlo, soprattutto per gli esami più comuni e meno cari. Come ad esempio l’emocromo. «È impensabile - spiegano al Pirellone - che arrivi a costare 13 euro quando finora il ticket è stato di solo tre euro». Un altro conto saranno gli esami più costosi, come la risonanza magnetica, dove l’aumento, in proporzione, è meno di impatto. Del piano contro il caro sanità si discuterà meglio oggi, durante il vertice in Regione sulla manovra. Intanto ieri, l’assessorato alla Sanità ha fatto i conti sugli effettivi tagli del governo. Il direttore sanitario Carlo Lucchina è arrivato a calcolare una cifra pari a 61 milioni di euro di mancati trasferimenti.
«Stiamo cercando di trovare una soluzione - spiega il governatore Roberto Formigoni -. Ricordo che il ticket è stato introdotto per legge, nella manovra, e quindi o sono i cittadini a pagarlo o dovremo togliere fondi da un altro capitolo e dunque offrire meno servizi. Per questo dico che siamo tra Scilla e Cariddi».
Mentre i politici mettono a punto un piano, i lombardi (o almeno il 32 per cento di loro) da ieri pagano di più. Una tac costa 46 euro, e non più 36 euro, idem un’ecografia. Un elettrocardiogramma ha un ticket di 25 euro.
Se non altro una buona notizia c’è. Domani la giunta regionale lombarda approverà una delibera sui rimborsi dei farmaci generici. In sostanza, la Regione continuerà ad appianare la differenza di prezzo su alcune tipologie di medicinali su cui erano scattati i rincari, quelli con il brevetto scaduto. Nella prima tranche, fino a giugno, il Pirellone aveva investito un milione di euro.
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