Regioni, più tutele per le donne incinte

La proposta della «social card per la maternità» lanciata ieri dal «Giornale» e da «Avvenire», ha acceso il dibattito. Varie voci di associazioni hanno chiesto di fare di più per evitare aborti causati dalla crisi economica. E la Regione Lombardia, già impegnata su questo fronte, ha annunciato il lancio di altri progetti per aiutare le donne incinta con difficoltà economiche. Sempre più spesso, infatti, la causa degli aborti è legata a problemi economici. «Ma la Lombardia non è l’unica Regione ad occuparsi del delicato problema - spiega Giovanni Dami, esperto dell’Osservatorio Laprevidenza.it -, l’Emilia Romagna è già attiva e in Veneto è stata presentata una proposta di legge». Intanto l’assessore alla Famiglia della Lombardia, Giulio Boscagli, ha ringraziato «il sottosegretario Roccella per il riconoscimento del grande lavoro che Regione Lombardia sta portando avanti sul tema dell’aborto». «Da anni l’impegno di Regione Lombardia - ha ricordato Boscagli - è volto a ridurre le difficoltà che portano le donne a questa dolorosa scelta. Nel 2008 abbiamo sostenuto 56 progetti con uno stanziamento di circa 6,5 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi agli 8 milioni, a favore di consultori pubblici e privati».

«Il bando maternità - ha spiegato l’assessore - è dedicato alle iniziative, realizzate da associazioni familiari, consultori pubblici e privati, che operano in rete su progetti di aiuto alla vita, attraverso azioni di sostegno alle madri in difficoltà durante la gravidanza e fino al primo anno di vita del bambino. Attualmente - ha concluso Boscagli - stiamo verificando la possibilità di finanziare altri 30 progetti con 2 milioni».

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