Riforme bloccate e liberalizzazioni sparite dalle priorità della politica, con leffetto non solo di non favorire la ripresa economica ma di mettere a rischio la stessa «vitalità» del sistema. È un vero e proprio grido dallarme quello lanciato dal presidente dellAntitrust, Antonio Catricalà, nella sua relazione annuale al Parlamento.
Prima di tutto, la legge della concorrenza, attesa praticamente da due anni, ma che, ha denunciato Catricalà, «non ha mai visto la luce». Un ritardo «grave», ha scandito il Garante, che «rallenta il processo di ammodernamento del Paese, fa perdere fiducia agli imprenditori che vogliono sfidare i monopolisti e agli stessi controllori». I colli di bottiglia sono quelli che lAutorità denuncia da anni: ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, governance bancaria e assicurativa. La Rc auto è ancora troppo cara (con picchi del +25% per le macchine e del +35% per le moto), i mutui spesso subordinati alla sottoscrizione di costose polizze vita.
Ci sono poi il problema del conflitto di interessi, materia su cui «le nostre richieste di intervento - ha sottolineato Catricalà - troppo spesso vengono ignorate», e quello delle municipalizzare, tornate al centro della scena dopo il referendum sullacqua. Il voto «non può interpretarsi come una legittimazione del potere politico locale a occupare definitivamente con le aziende municipalizzate tutte le aree economiche. Le Iri locali - ha chiarito - se le devono dimenticare». Materie e spazi per intervenire ce ne sono ed è necessario farlo, anche perchè tra il 2006 e il 2010 gli interventi dellAntitrust in 4 settori (farmaci, pasta, gas e latte in polvere) sono riusciti a generare risparmi a favore della collettività «per oltre un miliardo di euro». Parole immediatamente raccolte dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che ha garantito che «nelle prossime settimane» arriveranno i provvedimenti a favore della concorrenza allo studio del governo.
Una lancia a favore delle riforme arriva peraltro anche dal direttore di Bankitalia Fabrizio Saccomanni: «un programma credibile di risanamento e di riforme avrebbe un immediato impatto positivo sui mercati finanziari, - ha evidenziato - riducendo lonere del servizio del debito pubblico e il costo del capitale per gli investitori privati, che sono oggi strettamente collegati».
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