Cronache

Religione «batte» scienza aspettando gli americani

«Coi suoi progressi la Scienza non è arrivata a fare a meno di Dio, né quelli che speravano che la Scienza vi arrivi lo avranno mai, né essi né i loro successori…» (Angelo Secchi, Gesuita e astronomo italiano, padre della spettroscopia atomica). In termini simili si è espresso padre Josè Funes, anch'egli gesuita, astronomo e attuale direttore della Specola Vaticana. Uno dei più seguiti durante questo Festival, anche per via della "disputa filosofica" avuta con Paolo Flores D'Arcais - filosofo e direttore di Micromega - sul tema della conciliabilità tra Scienza e Fede.
L'astronomia e i suoi orizzonti, legati spesso a nuove Matematiche, hanno avuto grande successo. Ne sono prova le affollatissime conferenze tenutesi all'Acquario: Enrico Massa, Enrico Beltrametti, Giovanni Bignami e la moglie Patrizia Caraveo, Claudio Bartocci e infine Claudio Firmani hanno dato vita al ciclo «Orizzonti dello Spazio Tempo» cui spetta davvero la medaglia d'oro di questo Festival. Seguiti dall'argento dello stand dedicato al Laser e al bronzo del Giardino del Mediterraneo. I triumviri del Festival (Arata - Bo - Mangili) hanno di che gioire: i numeri dei visitatori sono gli stessi dello scorso anno, ossia circa 200 mila. Certo, qualcuno ha notato dei toni un po' dimessi, forse per i tagli dati alle campagne pubblicitarie e agli exhibit: il calo dei visitatori delle mostre è stato compensato da una maggiore affluenza alle conferenze. Il risultato più grande è stato quello di aver riequilibrato il rapporto tra pensiero laico e pensiero religioso. Odifreddi ha preso bastonate senza poterne dare (forse la vera notizia è questa), e tanti si sono accorti che - come spiegato Marcelo Sanchez Sorondo, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze - vi può essere una profonda unione tra la visione scientifica e la visione religiosa dell'uomo. Alla base del quale vi è il dialogo, quello che da sempre ha funto da motore per il Festival e ha permesso che avvenisse la comunicazione delle idee e del progresso. Quello che speriamo ancora di ritrovare nella prossima edizione, con ospiti gli americani e con tema guida «150 e oltre».

La dedica, se non si fosse capito, è all'Unità d'Italia.

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