Con quella voce potrebbe cantare ciò che vuole. Lo si diceva già negli anni Novanta, ai tempi della militanza nella rock band dei Timoria. Mai previsione fu più azzeccata. Tanto che oggi Francesco Renga sembra seriamente intenzionato a spiccare il volo oltre il «recinto» del pop. «Il mio sogno è portare in scena lOtello alla Scala. Quando lho svelato al mio maestro di canto, mi ha dato un calcio nel sedere, ma anche lui sa che nulla mi può fermare. Ho anche scoperto da poco che nellambiente della lirica la mia voce è considerata molto credibile» ha dichiarato di recente.
Sta di fatto che il «bel canto» lo stuzzica parecchio. Basti pensare che lo scorso anno si è cimentato sul palco di Sanremo con una canzone simil-lirica, «Senza tempo», cantandola con il soprano-star Daniela Dessì, e allinizio dellanno la stessa coppia ha duettato di nuovo al Teatro Massimo di Palermo. «Più che lirica, era crossover, canzoni pop con unorchestra sinfonica che suonava in modo moderno» ha precisato Renga. Operazione alla base di «Orchestraevoce», il suo ultimo album, un omaggio alla grande canzone italiana della fine degli anni Sessanta, nato dalla collaborazione con Celso Valli, il musicista e produttore bolognese che per lui ha riunito unorchestra di 60 elementi. «Reinterpreto a modo mio Mario Del Monaco, Demetrio Stratos, Charles Aznavour, Mina. Alcuni li sentivo cantare da mia madre e mi sono rimasti dentro, ma quel che si nota allascolto è lassoluta modernità del disco, con un suono attualissimo dellorchestra, trattata come si fa col pop» ha aggiunto con orgoglio.
Il disco ha avuto come sua naturale evoluzione un tour teatrale. Stasera al Teatro degli Arcimboldi (ore 21, ingresso 40/25 euro) lattesa premiere.
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