"La Repubblica", D'Avanzo tira dritto tra "sicari", "fango" e "bufale"

Gli psicologi la chiamano percezione selettiva. In sintesi, di tutto ciò che ci circonda, riuscia­mo a vedere e capire solo quello che ci piace e consola. Volendo escludere la cattiva fede, non si spiegano altrimenti le ultime mos­se di Repubblica sulla vicenda Montecarlo. Notevole lo spazio e la rilevanza dati ieri al caso: l’aper­tura del giornale diretto da Ezio Mauro e otto pagine di articoli. Li­mitate le fonti. In pratica solo due: i finiani e le anticipazioni del Fatto . E la selezione è avvenuta pro­prio sulle anticipazioni del quoti­diano di Padellaro e Travaglio. Due i fatti del Fatto : i dubbi della stamperia di Saint Lucia sulla lette­ra e poi la conferma del ministro della giustizia caraibico, che ha so­stenuto l’autenticità della lettera che riguarda Tulliani. Giuseppe D’Avanzo ha riportato solo latesti­monianza del tipografo della Na­tional printing corporation, evitan­do il minimo accenno alla testimo­nianza del governo di Santa Lucia. Notizia forse considerata disso­nante con la tesi della «patacca» e con il teorema del «fango», che ieri il quotidiano romano ha sostenu­to per il secondo giorno, con un ti­tolo di apertura messo tra virgolet­te. «Dossier su Fini, ecco l’aurore», riferito alle accuse dei finiani a Val­ter Lavitola. Complessa l’analisi di D’Avanzo, anche se la tesi è chiara fin dalle prime righe: «Comincia­no a manifestarsi fatti solidi e addi­rittura qualche nome. La dinami­ca della fabbrica del fango, ingolfa­ta di documenti falsi, s’inceppa e rincula». Poi una ricostruzione del­la vicenda, con il documento del governo, riportato da Dagospia e «rilanciato con molto rumore e de­­finitive, incaute, certezze, da Il Giornale e Libero ». Non è citato il Corriere della Sera , che ha dato ri­salto alla lettera in prima pagina e, il giorno prima, sul sito. Miracoli dell’informazione polarizzata. Un qualche imbarazzo comun­que c’è. D’Avanzo rispolvera tutto il repertorio di frasi a effetto, chia­ma sicari i giornalisti che hanno pubblicato il documento, piazza nell’attacco del pezzo il marchio della serie, «la fabbrica del fango», accusa i colleghi di essere parte di un complotto. Ma poi riporta le te­si dei finiani tutte tra virgolette e senza spiegare chi parla. Le accuse ci sono. E pesanti, tanto che ieri Da­niela Santanché ha annunciato querele contro Repubblica «e tutti i 34 finiani. Querelerò - ha annun­ciato - chi sostiene che quel docu­mento, com’è scritto nell’articolo di D’Avanzo, sia stato consegnato nelle mie mani da Berlusconi». Poi il sottosegretario chiede «un’ope­razione trasparenza ».

Chi dei finia­ni «ha detto questa cosa venga da me e dica che è successo». Fini do­vrebbe invece chiarire «di chi è la casa, perché ci sta suo cognato. Lo spieghi a molti italiani che pagano un mutuo. Dica come stanno le co­se e la partita si chiude».

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