La resa di Ancelotti: «Adesso dovrò cambiare qualcosa»

Il tecnico non usa gli errori dell’arbitro per spiegare la sconfitta contro l’Atalanta: «Siamo stati insufficienti. I fischi? Proviamo la stessa amarezza: non sappiamo più attaccare né difenderci»

da Milano

Il 2-1 è bugiardo. La differenza sul campo è stata più ampia, gli errori del signor Brighi diversi e documentati, ma l'Atalanta nel secondo tempo poteva fare quello che voleva e se non c'è riuscita è stata solo colpa della dabbenaggine di Ferreira Pinto, Doni, Padoin e addirittura Simone Inzaghi, per citare le occasioni più clamorose di atalantini soli davanti a Kalac.
Adriano Galliani a fine gara ha dichiarato che non commenta le partite decise dall'arbitro: «Due episodi a favore dell'Atalanta e uno contro il Milan». Sono facilmente individuabili: trattenuta di Floccari a Oddo in occasione della sua rete alla mezz'ora del primo tempo; Langella tiene in gioco Seedorf quando ribatte a rete la respinta di Coppola al 5' della ripresa, gol annullato da Brighi; rete di Ambrosini sullo 0-2 annullata per carica al portiere che appare poco evidente. Sono considerazioni che ci stanno ma che non assolvono la prova negativa di tutto il gruppo che San Siro ha sottolineato con una carrellata di fischi che hanno accompagnato l'uscita della squadra dopo il primo tempo, poi del secondo, con alcuni effetti speciali e personalissimi per Seedorf e Gilardino. Carlo Ancelotti dice che farà qualcosa: «Cambierò. Durante la settimana valuterò meglio. Questo comunque è il momento peggiore della stagione. I fischi del pubblico sono il segnale dell'amarezza che abbiamo anche noi. E i fischi a Seedorf sono il risultato della brutta partita che ha disputato, ma lui è già stato valutato negli anni passati, non è lui sotto esame». San Siro è sembrata di parere opposto, la sua cadenza, a tratti indolenza, ha ricordato le ultime settimane dell'olandese all'Inter. Sembrava che il pubblico fosse pronto a saltare il recinto per entrare nell'arena e divorarlo. Ha sbagliato l'80 per cento dei suoi interventi quasi sempre litigando con il pallone fra i piedi, sembrava destinato alla sostituzione, più che altro per togliere ai tifosi un buon pretesto per creare quel clima irreale che allo scadere del primo tempo ha liberato una selva di applausi convinti per Langella che al volo ha messo fuori di pochissimo con Kalac impietrito. Applausi da frustrazione.
Ancelotti comunque non ha cambiato solo qualcosa, all'inizio del secondo tempo ha rivoltato la squadra come un calzino. Fuori Favalli e dentro Kaladze, con Gattuso finito a fare il terzino destro. Fuori Gilardino e dentro Paloschi con Ambrosini per lunghi tratti centravanti puro. Pato sempre molto largo, prima a destra, poi a sinistra, quindi fisso a destra per tutto il secondo tempo. Il brasiliano è parso estremamente leggero, Ancelotti lo ha difeso: «È un talento, lo dobbiamo accettare per quello che è».
Intanto l'Atalanta dettava legge, gli episodi hanno condizionato ma Floccari ha messo alle corde l'intera difesa rossonera, ha stordito i monumenti, ha realizzato un gol anticipando tutti due volte nello spazio di un nanosecondo. E Ferreira Pinto volava. In mezzo Doni e Tissone superbi. La prima rete di Floccari nasce da una magia sulla fascia sinistra del Milan dove Ambrosini e Favalli vengono beffati nello spazio di una piastrella. La seconda di Langella arriva dopo un olé di Floccari su Nesta e un intervento in scivolata fuori tempo di Oddo. Maldini non esente da errori ha almeno avuto il merito della rete della speranza, Pirlo quello di averla sotterrata sbagliando il rigore assegnato per fallo su Ambrosini.

Ancelotti ha spiegato: «Non sappiamo attaccare e non sappiamo difenderci, eppure eravamo quasi riusciti a riprenderli. Ci diamo troppi alibi? No, abbiamo commesso i soliti errori, blandi e insufficienti, ma dobbiamo arrivare in Champions league quindi guardiamo la Fiorentina. In settimana cambieremo direzione».

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