nostro inviato a Misano Adriatico
Valentino kappaò dopo cinque giri, questione di motore. Valentino che fugge, parla solo con la tivù e salta la stampa neanche fosse la Di Martino. Questione di umore. Oplà. Se dopo Brno, se dopo lo tsunami fiscale e mediatico ci poteva stare, ci sta un po meno stavolta. Ma tantè. Della sua Misano restano la bella qualifica del sabato e la sensazione forte che, senza ko, avrebbe venduto cara la pelle ai trionfatori: Stoner e la Ducati.
Dice: «Peccato, sentivo di poter fare una bella gara... E il podio, qui a Misano, mi serviva come il pane». Perché, vuoi il motore nuovo che lha tradito, vuoi le gomme Michelin che lo tormentano, non ne va proprio giusta una. «Non è solo questione di jella... anche se giovedì mi è passato davanti un gatto nero e si è toccato lui». Prova a scherzare Vale, che torna subito serio: «Io sono abituato a lottare per vincere. Se dobbiamo essere contenti per un terzo posto, vuol dire che cè qualcosa che non va. Certo che per correre così, allora preferisco fare altre cose...». Come altre cose? Che pensi al ritiro? «Ho sentito questa storia del ritiro, ma io tocco ferro (dice ben altro, ndr), ho ancora velocità per vincere».
Prosegue: «Bisogna fare dei cambiamenti a livello tecnico, perché così non sono messo nella condizione di vincere... E io non ci sto». Ce lha con il motore Yamaha, ce lha con le gomme. Fa i complimenti alla Ducati, «meritano il titolo» dice, ma poi si lascia andare: «Purtroppo il motomondiale è un po cambiato, cè meno spazio per le doti del pilota, ci stiamo avvicinando alla F1 e le gare diventano molto brutte, i sorpassi non si vedono e il bello del nostro sport è sparito». E ancora: «In fondo, ora in F1 cè la monogomma, e la sfida è più bella...
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