Residenti, parte la rivolta in rete: "La C vuol dire confinati in casa?"

Gli abitanti nella Cerchia si mobilitano contro la "congestion charge". Tra le loro proposte un ingresso gratuito per un’auto di ogni famiglia

Residenti, parte la rivolta in rete: "La C vuol dire confinati in casa?"

Al grido di «residenti ma non confinati», chi abita in quella che dal 16 gennaio dovrebbe diventare la zona C è pronto a dare battaglia al nuovo provvedimento. Il movimento di coloro che leggono la «C» come iniziale di «Confine» è partito un po’ in sordina. Quattro chiacchiere dal giornalaio all’angolo, due parole scambiate davanti alla tazzina di caffè al bar della scuola. E sempre la stessa domanda: «Possibile che si debba pagare per tornare a casa propria?».
Le chiacchiere si sono allargate di via in via, fino a sbarcare sul web dove i «residenti-no charge» sono diventati un e vero proprio blog, con tanto di logo, newsletter, volantino da scaricare e tutte le informazioni utili e correlate. Con una precisazione, l’essere assolutamente a-politici. Insomma non stanno da nessuna parte, né a destra né a sinistra. Stanno solo a casa loro e vorrebbero poterci tornare quando vogliono senza essere obbligati a pagare. Ecco l’indirizzo: residenti-nocharge.blogspot.com. L’obiettivo dei residenti non è da poco: sollecitare la revisione della norma. Come? Loro un’idea ce l’hanno. Anzi. Più di una e le hanno anche già messe per scritto e inviate a chi di dovere.
Eccole. Tanto per cominciare chiedono che venga reso gratuito l’ingresso per i varchi di pertinenza dei residenti. Poi che venga instaurato un tetto massimo annuo di spesa per gli accessi ai residenti paragonabile all’attuale abbonamento Ecopass per i veicoli con classe di impatto ambientale medio. Ma soprattutto che venga reso gratuito l’accesso per la prima vettura di ogni famiglia.
Le richieste sono state portate all’attenzione dei rappresentanti del consiglio di zona 1, incontrati durante una riunione che i cittadini hanno avuto lo scorso 25 novembre. Poi proposte e proteste sono partite via mail con destinazione Comune di Milano. I residenti intanto però non se ne stanno con le mani in mano. «Il tempo passa e il 16 gennaio si avvicina - scrivono sul blog - le azioni correttive devono essere implementate prima dell’entrata in vigore della delibera in modo da riequilibrare la discriminazione tra cittadini». Per questo motivo sollecitano le adesioni via mail e invitano i cittadini a stampare il volantino e a distribuirlo un po’ dappertutto per diventare sempre più numerosi. Ma a quanto pare già non sono pochi. Col titoletto «Siamo tanti siamo sempre di più» vengono raccolte sul blog le frasi più significative selezionate fra le adesioni già arrivate. Si va dal semplice «anch’io vorrei tornare a casa liberamente», a «non vogliamo essere trasformati in un ghetto!», gridato con tutte maiuscole, al più articolato «...

oltretutto non abbiamo supermercati in zona e dobbiamo uscire dalla zona C per approvvigionarci di cibo che non può essere trasportato se non in macchina, a meno che l’avvocato Pisapia non pensi che abitando dentro i bastioni sia per noi naturale fare la spesa da Peck! In più non ci sono distributori». E ancora «Ritengo che sia incostituzionale perché è palese la discriminazione applicata tra categorie di cittadini».

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