«Residuati bellici» dell’11 marzo trovati nelle cantine sotto il Severi

(...) I carabinieri approfondiscono la vicenda, accertando che al 16 di Porta Volta c’è un plesso scolastico che ospita il Francesco Severi, circa 800 ragazzi, e l’istituto magistrale Carlo Tenca, un altro migliaio. In particolare i sotterranei del liceo sono collegati ad alcuni scantinati, di proprietà del Comune, che all'inizio dell’anno vennero occupati dagli anarchici del «Kasa» che organizzarono una serie di laboratori e collettivi, la «ragione sociale» dell’area cosiddetta «antagonista».
Poi venne l’11 marzo come ricorderanno i milanesi, in particolare i residenti e i commercianti di corso Buenos Aires e piazzale Oberdan. Era sabato, nel primo pomeriggio era in programma la manifestazione del movimento politico di estrema destra Fiamma Tricolore. Ma intorno a mezzogiorno comparvero alcune centinaia di giovani, intenzionati a occupare la piazza per impedire il corteo dei «fascisti».
Trovarono però un robusto cordone di poliziotti e carabinieri a sbarrare loro la strada e sul quale sfogarono la loro rabbia. Un attacco a freddo: prima una barricata per impedire agli uomini in divisa di manovrare, quindi il lancio di sassi, molotov e razzi da segnalazione marina. Uno di questi centrò un carabiniere disintegrandogli lo scudo a facendogli fare un volo di un paio di metri. Ci fu il contrattacco delle forze dell’ordine e vennero arrestati oltre 40 giovani. Il processo, celebrato quattro mesi dopo, si concluse con 18 condanne a quattro anni.
Arriviamo così a fine giugno, le forze dell’ordine sgomberano gli scantinati di Porta Volta e fanno murare gli accesi. Poi arriva l’estate e, si sa, ci sono le ferie da consacrare. Nel frattempo Romani Prodi ha vinto le elezioni e guida una colazione di centro-sinistra che porta alcuni «no-global» in Parlamento, come Caruso e Farina. E la «rivoluzione» va in soffitta insieme con l’armamentario bellico.
E così arriviamo all’epilogo. Ieri mattina arrivano alcuni operai per effettuare un intervento di sistemazione alla rete fognaria. Entrano al Severi, passano negli scantinati, aprono un buco per guadagnarsi l’accesso e in un angolo trovano bottiglie incendiarie, passamontagna e il petardo. Risalgono subito in superfice, si fiondano in segreteria e avvertono la direzione che gira la segnalazione ai carabinieri. I militari prendono in consegna il materiale e lo neutralizzano.

Escludono, per ovvie ragioni, che sia stato abbandonato dopo il 20 giugno, quindi rimane una sola spiegazione. Si trattava quasi sicuramente di una parte dell’arsenale destinato agli scontri di Buenos Aires ma non usato per chissà quale motivo. E che ora viene definitivamente tolto dalla circolazione.

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