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Il resort dove sparì Maddie licenzia: «Colpa dei McCann»

«Da trent’anni nei nostri centri vacanza ci prendiamo cura dei vostri bambini». A leggerlo oggi, lo slogan del resort dove nell’estate 2007 fu rapita la piccola Maddie McCann, sembra uno scherzo di cattivo gusto. Due anni fa Praia da Luz era solo un piccolo pezzo di paradiso per turisti nel sud del Portogallo, in quell’Algarve dove gli inglesi sono di casa ormai da secoli. E l’Ocean Club era un tranquillo villaggio vacanze di proprietà di una catena, la Mark Warner, specializzata nell’accoglienza ai bambini. In una notte le casette circondate da verde e piscine si sono trasformate, agli occhi del mondo, in un inferno che inghiotte i bimbi biondi.
Pochi casi di fanciulli smarriti hanno avuto un’eco pari a quello di Maddie. Sarà per i capelli biondi e lo sguardo tenero della piccola (che all’epoca aveva tre anni). Oppure perché il fatto è capitato a genitori ricchi e con una posizione sociale elevata, subito finiti nel cono dei sospetti. O infine per l’incredibile campagna pubblicitaria che Gerry e Kate McCann sono riusciti a mettere in piedi per tenere alta l’attenzione sul caso: il sito internet, i calciatori della nazionale inglese che ci mettono la faccia, star di tutto il mondo che lanciano appelli, la visita dal Papa. Un mare di pubblicità che non è servito a ritrovare le tracce della figlia. Ma che ha investito l’Ocean Club come uno tsunami di paura. Da subito i dirigenti della Mark Warner tentarono di rassicurare i clienti: «Il nostro servizio di sicurezza è robustissimo». Ma vallo a spiegare mentre tutte le tv del mondo passano le immagini di una coppia di genitori in lacrime che sbandierano la foto della figlia sparita nel nulla. Inutile aggiungere che furono i genitori a decidere di lasciare la bimba e i fratellini soli in camera per andare a cenare. L’empatia per il dolore dei genitori è diventata una marea irresistibile. Che ha finito per travolgere anche il villaggio vacanze e chi ci lavorava. La bimba sparì il 3 maggio del 2007. Per settimane l’attività del villaggio fu resa impossibile dalla continua presenza di telecamere e investigatori in cerca di tracce. Ma anche l’anno successivo la stagione non decollò: troppa pressione mediatica. E ormai quel fatto di cronaca era diventato un marchio. Nell’estate del 2007 l’Ocean Club aveva 130 dipendenti. Ad aprile di quest’anno ne erano rimasti solo 48.
La mazzata finale è arrivata nella scorsa primavera, quando i McCann hanno deciso di tornare a Praia da Luz per partecipare alle riprese di una ricostruzione filmata realizzata da Channel 4. L’ennesima pubblicità sgradita per l’azienda, l’ultima goccia nel vaso della pazienza dei dipendenti del resort. Quando la Mark Warner ha annunciato altri 21 licenziamenti, i lavoratori si sono ribellati. L’oggetto della loro furia? I McCann: «Perché papà Gerry non è voluto venire quando la polizia portoghese gli ha chiesto di farlo - è esploso un operatore del villaggio - noi li abbiamo aiutati nelle ricerche, abbiamo fatto di tutto per loro. E ora ci sono 21 famiglie rovinate». Una rabbia che ha preso di contropiede i coniugi inglesi: «Li capisco - ha tentato di spiegare Gerry - poteva succedere ovunque, qui non c’è alcuna presenza malvagia». Ma forse non basta per cancellare il marchio impresso da mille interviste e servizi in tv.

E ora i dipendenti si sono rivolti a un legale con l’idea di fare causa ai genitori di Maddie.

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