È il giorno dei chiarimenti in Regione Lombardia. E della ricostruzione dei fatti. A cominciare da quanto accaduto, o meglio non accaduto, nelle scorse settimane. In sostanza cè stato un appuntamento mancato.
Il presidente della Regione Roberto Formigoni chiarisce quanto riportato nelle intercettazioni: conferma di essere stato contattato dal vice presidente del Consiglio Regionale Franco Nicoli Cristiani per organizzare un appuntamento con Paolo Alli, sottosegreatrio allExpo: «Voleva presentarmi un imprenditore interessato alla manifestazione del 2015». Ma lincontro, precisa il governatore, «non cè mai stato». Sullidentità dellimprenditore in questione, il governatore ha poi precisato: «Non ero a conoscenza del nome. Ho chiesto poi ad Alli - ha detto - e il nome potrebbe essere quello di Locatelli».
Un altro punto che il presidente lombardo tiene a precisare (lunedì lo farà nellaula del Consiglio) è quello relativo allautorizzazione alla Cavenord (gruppo Locatelli) per trasformare la cava di Cappella Cantone, nel cremonese, in una discarica per lo smaltimento dellamianto. «La procedura autorizzativa è di tipo collegiale - spiega - con lintento di rendere più trasparenti simili processi autorizzativi. Il lavoro di istruttoria, di esame e di discussione è stato svolto da una molteplicità di soggetti». Si tratta di diversi assessori regionali, enti locali, la Provincia di Milano e alcuni comuni. «Nessuna delle persone arrestate o indagate - precisa il presidente lombardo - ha mai partecipato, né aveva diritto a nessuna di queste fasi autorizzative». La Regione è estranea anche alla contraffazione di certificati sui rifiuti illeciti nel sottofondo stradale della Brebemi.
Qualcuno, dopo il caso Nicoli, ha chiesto le dimissioni di Formigoni. «Ma per carità - replica lui - Siamo di fronte a responsabilità personali che non lambiscono me o la giunta. Io rivendico che avevo intuito già tempo fa che ci potessero essere degli attacchi e avevo messo in piedi un meccanismo di difesa». Lasciandosi poi andare a un commento prettamente «morale», il presidente del Pirellone si dice «addolorato e sconcertato nel vedere politici che cedono a comportamenti del tutto opposti alla concezione che io ho della politica». Il resto lo deciderà la magistratura. Per ora è prematuro prendere qualsiasi tipo di decisione, compresa la sospensione del vitalizio per Nicoli Cristiani. Ironia della sorte, proprio martedì, giorno dellarresto del vice presidente del Consiglio, la Regione ha istituito il comitato regionale per la sicurezza nei cantieri. E si tratta solo dellultimo tassello di unazione di controllo che va avanti da anni. Contro lipotesi di truffe e di infiltrazioni mafiose, sia nella Brebemi sia negli altri grossi cantieri lombardi.
Dal 1997 a oggi il Pirellone ha messo in campo un sistema di controlli, senza il quale «chissà quante altre irregolarità sarebbero state commesse» sostiene Formigoni: la realizzazione delle infrastrutture muove infatti una quantità di soldi che ingolosisce molti e vale complessivamente 10 miliardi di euro.
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