Restano gravi le condizioni della «marescialla»

Restano gravi le condizioni di Filomena Di Gennaro, la giovane allieva maresciallo della scuola dell’Arma di Velletri, centrata alla schiena venerdì pomeriggio sotto la sua abitazione da un revolver impugnato dall’ex fidanzato, Marcello Monaco, guardia giurata fino al 2004. La 27enne è in coma farmacologico indotto dai medici dell’ospedale San Giovanni che l’hanno operata per estrarre un proiettile conficcato vicino alla colonna vertebrale. Al suo capezzale i genitori, una cugina e la nonna. «All’inizio ho pensato che mia figlia fosse stata ferita nel corso di un’operazione - ha raccontato il padre -. Non potevo immaginare a ridurla così fosse stato Marcello». La nonna non si dà pace, prega per la nipote con un prete. La famiglia di Filomena è originaria della provincia di Foggia. Per lavoro si è trasferita a Roma. In via Camilla, all’Appio, Filomena aveva studiato per il concorso nei carabinieri. Dopo averlo vinto ha cominciato a frequentare le lezioni di Velletri. È qui che ha conosciuto Peter Forconi Pace, il tenente istruttore di 29 anni che, intervenendo immediatamente ha impedito che Monaco premesse ancora il grilletto finendo per ammazzare la ragazza. Monaco, raggiunto a sua volta da tre colpi della Clock dell’ufficiale, è caduto a terra. Anche lui è ancora in prognosi riservata alle «Figlie di San Camillo». «Quando Pace è intervenuto - questa la ricostruzione degli inquirenti - Monaco era chino su Filomena, pronto a sparare ancora». Il carabiniere, dunque, avrebbe agito per impedire un reato. Per questo non è indagato.

La posizione di Monaco, invece, sarà aggravata dalla premeditazione visto che era partito dalla volta di Foggia armato con il revolver sottratto al padre. «Ci vuole più severità- dice il Savip, sindacato dei vigilantes - nell concessione dei porti d’arma e nella loro custodia».

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