Restaura una targa, rischia il carcere

Ingegnere «ritocca» i nomi dei caduti sbiaditi dal tempo

Andreotti diceva che «A pensare male si fa peccato ma non si sbaglia quasi mai». Devono averla pensata così anche quei passanti che un bel giorno di luglio di quelli col caldo torrido che scioglie l’asfalto, si sono trovati in piazza Mercanti di fronte a una scena quanto meno preoccupante. Un uomo armato di pennello e tubetto di vernice armeggiava con fare sospetto alla targa commemorativa ai caduti appesa nella Loggia. «È un vandalo» hanno pensato. Il caldo si sa può fare brutti scherzi. Si sono attaccati al telefono e hanno allertato i vigili. Che, prontamente, si sono precipitati sul luogo del «misfatto». E lì la sorpresa. Uno: l’uomo è un rispettabile ingegnere di 41 anni incensurato, originario di Perugia e residente in città. Due: l’uomo non sopportava più di vedere i nomi dei caduti scolpiti sulla targa annerirsi per il passare del tempo o l’incuria. Tre: l’uomo aveva deciso di dare nuovamente lucentezza a quei valorosi, «ritoccando» i loro nomi con una vernice d’oro zecchino.
Insomma s’era messo in testa di fare un restauro a regola d’arte che purtroppo per lui gli è valso una denuncia per danneggiamento a patrimonio storico, archeologico e artistico nazionale. Rischia l’arresto fino a un anno o una multa non inferiore ai 2.065 euro. Le immagini del «danneggiamento» si trovano ora nel fascicolo sulla scrivania del pm Di Maio.

Si tratta di due fotografie della targa: in una si vedono i nomi dei caduti ridipinti in oro dall’ingegnere e accanto quelli ancora verdastri e anneriti e non ancora «imbrattati». Nella seconda il dettaglio delle lettere «danneggiate» che scintillano.

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