Il restyling di Valentino fa tremare gli avversari

Il Dottore ha passato l’inverno a curare gli acciacchi a spalla e gamba E in Ducati ne sono certi: se nel 2010, con tutti quei problemi, è finito 3º...

Il restyling di Valentino 
fa tremare gli avversari

Che storia Valentino! La sua vita è un’asticella posta sempre più su: prima la 125, poi la 250, quindi la 500, fino alla Motogp... E ancora più su: prima la sfida di far senza Honda e poi la missione di rilanciare la Yamaha, infine la voglia di scrivere una fiaba motoristica con la Ducati...

E che 2010 Valentino! Da dimenticare. Anch’esso cadenzato da un’asticella posta sempre più in alto. La caduta in allenamento lo scorso 15 aprile, la spalla con i tendini quasi strappati e le tre lesioni a far da contorno... Più su: la frattura del Mugello, tibia e perone fracassati, l’operazione, un chiodo lungo come un bastone a compattare la gamba... Più su ancora: il ritorno alle gare, in Germania, il 18 luglio, il quarto posto, la resurrezione e il divorzio dalla Yamaha.

Per questo, con Vale, è vietatissimo aver timori. È abituato a saltare in alto. Lui è un dottore delle piste da affrontare come il vecchio medico di famiglia quando veniva a visitarci: affidandoci con rassegnata serenità. Perché, vedrete, non ci deluderà ora che le ferite le ha curate davvero, ora che può dirsi a tutti gli effetti pilota Ducati, ora che l’avventura è iniziata e a Borgo Panigale si stanno dannando l’anima per fargli trovare pronto quanto richiesto: in estrema sintesi, un mostro rosso Ducati più stabile sull’anteriore. Nell’attesa, godiamoci i primi bla bla griffati che arriveranno da Madonna di Campiglio, la prossima settimana, dove dal 10 al 15, prima i piloti della Ferrari poi quelli della Ducati, si alterneranno nel leggere il futuro dei rispettivi campionati. Magari ci sarà persino tempo, chissà, per una sfida incrociata auto e moto tra Alonso e Rossi. Da anni, i due si stuzzicavano sul tema: in principio mica tanto simpaticamente, ora molto simpaticamente... potenza della sponsor comune.

Dopo di che tutti al lavoro, perché il frettoloso test Ducati messo in pista a Valencia all’indomani della fine del mondiale, lo scorso 9 novembre, è andato maluccio e perché i primi test dell’anno sono fissati per l’1,2 e 3 febbraio in Malesia. Per quella data la Ducati dovrà aver sistemato le poche ferite della Desmosedici in versione Gp11 e Valentino dovrà aver fatto altrettanto con le molte ferite che si porta sul corpo. I medici dicono che è a buon punto: piscina tre volte la settimana e il lavoro sulla spalla destra è passato da passivo ad attivo: insomma, la muove bene. L’intervento subito il 14 novembre aveva infatti rivelato una situazione che lo stesso campione non si attendeva: la spalla era a pezzi. Per cui, se da una parte, subito dopo l’operazione di ricostruzione era scattato l’allarme riabilitazione e tempi di recupero (poco più di tre mesi per farsi ritrovare in sella), dall’altra è ora iniziato il processo rincuorante dell’“ah beh, però...”.
Ah, beh, però se il Vale nazionale ha duellato lungo la stagione nonostante quattro gare saltate, nonostante un campionato corso impennando a trecento all’ora con una spalla che stava attaccata per miracolo, ah beh però pensa che cosa avrebbe potuto fare se tutte le cosine fossero state a posto? Non solo: alla luce di quanto scoperto durante l’intervento alla spalla può essere riletta anche la caduta del Mugello. In molti, forse tutti, avevano interpretato quel volo avvenuto con gomme fredde, se non figlio del bisogno di dimostrare al compagno Lorenzo chi fosse ancora il numero uno, almeno conseguenza di un tentativo di affrettare i tempi pur di trovare la prestazione limite... quasi fosse l’unico modo per reggere il passo del velocissimo rivale. Adesso, quella caduta può molto più semplicemente essere catalogata nel file del «Vale, comunque la si pensi, ha guidato per un intero campionato con un braccio e mezzo. Da qui l’errore nel Gp di casa».

E visto che poi, a un mezzo braccio ha aggiunto una mezza gamba, è presto dimostrato che non è proprio il caso di dubitare su quanto potrà dare in sella alla Rossa una volta che avrà di nuovo due gambe e due braccia. Come minimo, quell’asticella posta sempre più in su, la salterà di slancio.

Statene certi. La Ducati ne è convinta: anche perché Valentino zoppo e senza mezzo braccio ha concluso terzo il mondiale proprio davanti a Stoner tutto intero e senza ferite. Vorrà pur dire qualcosa? A Borgo Panigale ne sono certi.

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