In rete il «museo» dei milanesi

Prima liceo Parini, anno scolastico 1956-57. Mattina presto, prima che arrivino i professori. Il ragazzo è agitatissimo. In un libro finto è riuscito a nascondere la sua preziosa cinepresa, pronto a compiere una missione memorabile, per lui e per i suoi compagni. I quali, se possibile, sono anche più agitati di lui. Quell'aggeggio fa un rumore terribile, i prof se ne accorgeranno. Ma invece non se ne accorgono. E lo studente riesce a filmare di nascosto le lezioni, le interrogazioni, la mimica buffa dell'insegnante di latino, gli occhiali scuri di quella di letteratura che li faceva tremare tutti, la lezione di educazione fisica e le gare ufficiali della scuola... Quanto sembrano più comprensibili, a guardare i filmati segreti del Parini, le bravate dei teenager di oggi, che telefonino alla mano riprendono professori e compagni di classe. «Self-generated content»: di contemporaneo c'è solo la parola. E gli strumenti che non fanno rumore: il telefonino, la videocamera, il pc portatile. Ma filmare, fotografare, catturare per immagini il quotidiano non è affatto un'idea del ventunesimo secolo.
«Di nuovo invece c'è un progetto: condividere quei contenuti catturati in modo amatoriale. Rendere digitale l'analogico e mettere la memoria di una città a disposizione di tutti. Non solo filmati e fotografie, ma anche documenti che appartengono alla memoria del singolo e che messi in rete risvegliano ricordi ed emozioni di tanti: pagelle, biglietti del tram o del treno, manifesti, insegne di negozi». Così ci ha spiegato Monica Rossi, negli anni Ottanta e Novanta responsabile dei nuovi media per Apple Italia, oggi mente e producer di un progetto ambizioso e appassionato chiamato «Storie Digitali»: un archivio multimediale di Milano e dintorni, dai primi del Novecento ai giorni nostri, creato con il materiale «fatto in casa» dai milanesi. L'ideale per celebrare l'Home Movie Day, la giornata mondiale per il patrimonio audiovisivo promossa dall'Unesco. Storie Digitali sarà l'ospite di una giornata (dalle 14.30 al Museo di Storia Contemporanea, via Sant'Andrea 6) che prevede una tavola rotonda sul patrimonio audiovisivo e alle 21 musiche, reading e pellicole di memoria milanese.
Con il contributo della Regione, Monica ha messo in piedi l'archivio fisico, (in via Moretto da Brescia 27), con quello della Provincia ha creato un sito - www.storiedigitali.net (on line da un mese, ci sono anche i filmati del Parini) - in cui rende disponibile una vera e propria youtube di quasi un secolo di memoria milanese. Finora siamo più o meno a 3 terabyte, circa 800 ore di immagini, con centinaia di storie archiviate complete di anno e luoghi: «Ci sono molti documentari artigianali: negli anni Quaranta e Cinquanta i milanesi prendevano la cinepresa e giravano la città, zona per zona, per raccontarla» prosegue la Rossi. «Abbiamo coinvolto alcuni giovani giornalisti per raccogliere i racconti della gente che ci porta i filmati. È difficile trovare ragazzi disponibili: ci vuole attenzione e sensibilità. La maggior parte però vuole solo raccontare la Milano “trendy” e modaiola e a sentire questi racconti si annoia».


Eppure la storia di Umberto, che faceva il muratore e vinse la macchina fotografica con i punti del cacao sembra così coinvolgente. Era il 1930 e decise di fare un reportage dei suoi luoghi di lavoro: aveva appena finito il tetto della Domus Excelsa tra via Vittorio Veneto e viale Tunisia e immortalò lo storico momento.

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