La rete ricompone le famiglie. Non sempre a fin di bene

Mezzo miliardo di utenti nel mondo, 16 solo in Italia: alla rete di Facebook sono in pochi a sfuggire. Il social network è diventato uno strumento per poter rintracciare persone che hanno avuto un ruolo nella nostra vita in passato, ma che abbiamo perso di vista. Ma ci sono anche figli adottivi che rintracciano genitori biologici e parenti dall’altra parte del mondo. Si sono creati decine di gruppi di figli adottivi alla ricerca della famiglia di origine. Numerose le storie di giovani che hanno avuto la possibilità, grazie al social network, di mettersi in contatto con i genitori naturali. Dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Italia all’India Facebook rivoluziona l’universo delle adozioni. Il social network fa vacillare infatti la tutela della privacy, con conseguenze difficili da prevedere. In Italia, ad esempio, se al momento del parto la donna non riconosce il neonato e chiede l’anonimato, l’accesso alle informazioni sulla sua identità è precluso al figlio fino ai 100 anni dalla nascita.

E se il genitore biologico vincola il consenso all’adozione alla garanzia che il proprio nome non venga divulgato, il Tribunale non può concedere l’autorizzazione. In caso contrario il figlio, compiuti i 25 anni, può avere accesso alle informazioni sui genitori biologici con il consenso del Tribunale per i minorenni. Ma Facebook ormai ha fatto saltare tutte queste regole.

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