Disarticolare il potere economico di Teheran, isolare i signori delle finanze e del nucleare seduti al vertice dei pasdaran, mettere in ginocchio il sistema iraniano e costringerlo a scendere a patti con lOccidente. Lossatura delle sanzioni annunciate dal ministro degli Esteri Franco Frattini e destinate prossimamente allesame del Consiglio di sicurezza è in parte nota. La presentazione, riservata ai membri del Consiglio di sicurezza, alla Germania e agli alleati più stretti come lItalia, si è svolta a margine della Conferenza sullAfghanistan di Londra del 28 gennaio. Il segretario di Stato Hillary Clinton ci è arrivata accompagnata dal sottosegretario al Tesoro Stuart Levey conosciuto allinterno dellamministrazione Obama come il grande architetto delle sanzioni.
Per capire la sua influenza bastano due elementi. È uno dei pochi uomini di governo sopravvissuti allamministrazione Bush e detiene la pesante delega allintelligence finanziaria e alla lotta al terrorismo. Chi lha incontrato a Londra riferisce di un particolareggiato piano di misure finanziarie. Un piano rivolto a colpire le decine di società che garantiscono ai pasdaran il controllo dellindustria militare, del settore energetico e delloscura ragnatela di università e centri di ricerca coinvolti nel nucleare.
Lambizioso Stuart Levey assicura di avere in mano un completo ed esaustivo diagramma della struttura politico-finanziaria manovrata dai capi dei Guardiani della rivoluzione. I suoi piani sono già in fase di sperimentazione. Proprio ieri il Tesoro Usa ha annunciato sanzioni unilaterali contro 4 compagnie e un individuo legati ai pasdaran. Il principale obiettivo è in questo caso la Khatam Al Anbiyà, unazienda di costruzioni dei Guardiani della rivoluzione coinvolta nella costruzione di strade, tunnel e condotte utilizzate allinterno del programma nucleare e missilistico.
Le certezze di Levey preoccupano persino alcune nazioni europee. La Germania, coinvolta con i paesi membri del Consiglio di sicurezza nelle trattative del cosiddetto 5 + 1 rischia , per esempio, di ritrovarsi implicata per colpa del gigante Siemens in operazioni economiche assai dubbie. Oltre ad avere fornito componenti utilizzabili nella ricerca nucleare avrebbe venduto al regime di Teheran un super computer rivelatosi utilissimo per intercettare le comunicazioni degli oppositori
. E la Elektrizitats-Gesellschaft Laufenburg, lazienda Svizzera firmataria nel 2008 di un contratto venticinquennale per la fornitura di cinque miliardi di metri cubi di gas iraniano allanno, potrebbe scoprire di essere in affari con unaltra società registrata nella lista nera di Mister Sanzioni.
Le centinaia di nomi e sigle inserite in quella nuova dettagliata bozza puntano secondo il presidente Obama a sviluppare un «regime di sanzioni capace di dimostrare allIran quanto sia isolato dalla comunità internazionale». Quella frase, in verità, va letta al contrario. A Londra Mister Sanzioni ha anche esposto agli alleati il rigido e implacabile sistema di controllo finanziario studiato per cogliere in fallo eventuali alleati «sleali» colpevoli dintrattenere relazioni con entità iraniane sospette. Se le nuove sanzioni passeranno molti alleati infedeli rischieranno di non mettere più piede sul mercato americano.
Il problema ora è superare linsidiosa tagliola del Consiglio di sicurezza e del suo sistema di veti. La Russia, autrice di un piano per larricchimento allestero delluranio largamente ignorato dallIran, ha già assicurato il proprio sì.
Il retroscena Così lOccidente chiuderà i rubinetti finanziari dei pasdaran
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