Rette asili nido «Sì» al condono

Rette  asili nido «Sì» al condono

Daniela Uva

Un mini condono per aiutare le famiglie in arretrato con le rette degli asili nido. La decisione è del Comune di Milano che darà a tutti i genitori inadempienti la possibilità di presentare dichiarazioni dei redditi corrette evitando, così, di pagare interessi e multe o di incorrere in sanzioni penali. Il provvedimento riguarda i cittadini che, negli ultimi cinque anni, abbiano usufruito gratuitamente o attraverso contributi ridotti dei servizi di asilo nido erogati dall’Ente (servizi che normalmente devono essere pagati in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare) e che abbiano commesso errori nell’autocertificazione richiesta.
I documenti potranno essere presentati dalla fine di luglio a settembre. Questa delibera permetterà di corrispondere (anche a rate) tutte le tasse dovute e di rimettersi in regola estinguendo il proprio debito senza spese aggiuntive. «In realtà non si tratta di un vero e proprio condono - spiega l’assessore comunale all’Educazione, Bruno Simini - perché chi si autodenuncerà pagherà comunque tutto senza sconti. Da parte nostra non c’è una volontà sanzionatoria, anche perché in alcuni casi si tratta di errori involontari: quello che ci preme è semplicemente di scoraggiare e disincentivare il fenomeno».
Il Comune ha stimato di aver perso circa un milione e 300mila euro in cinque anni, somma che si aspetta di recuperare con questo provvedimento. Parte di questi soldi, 325.900 euro relativi agli anni scolastici 2002/2003 e 2003/2004, sono già stati restituiti da oltre 300 famiglie che avevano presentato dichiarazioni dei redditi non conformi alla loro reale condizione.
Negli ultimi due anni, l’Ente ha compiuto controlli a campione (circa cinque mila) sulle autocertificazioni presentate da chi intendeva iscrivere il proprio figlio all’asilo nido gratuitamente o pagando solo una parte della retta.
Attraverso un confronto incrociato fra i documenti consegnati e le banche dati dell’anagrafe e dell’Agenzia delle entrate, è emerso che in più di 300 casi i dati non coincidevano. Che si trattasse di dolo o di errore, è partita l’azione di recupero. Tutti hanno dovuto pagare quanto non corrisposto nei due anni considerati. Ora viene data anche alle altre famiglie la possibilità di riparare in modo spontaneo, senza ulteriori verifiche e soprattutto senza more o denunce penali.


«Chiunque non sia in regola con il pagamento dei servizi scolastici - conclude Simini - avrà l’opportunità di presentare autocertificazioni correttive rispetto a quanto dichiarato per il periodo considerato e di adempiere così ai propri obblighi con il Comune senza aspettare i prossimi controlli».

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