da Parigi
Si chiama Chikungunya e non è uno scigliolingiua. È l'altra faccia dell'attuale emergenza sanitaria in Francia. Non la Francia che conosciamo tutti, ma quella di un'isola dell'Oceano indiano, tra Mauritius e il Madagascar. Lì 157mila persone - un quinto dell'intera popolazione locale - sono state contagiate da una malattia che ha l'aria di un'influenza e che si trasmette con le punture degli insetti. Ieri il ministro francese della Sanità Xavier Bertrand ha dichiarato che «i morti a causa della Chikungunya sono, direttamente o indirettamente, già 77 sull'isola della Réunion». Focolai provocati da questa sorella meno pericolosa della mosca tze-tze sono stati segnalati anche a Mauritius e alle Seychelles, dove la situazione è comunque molto meno grave che all'isola francese dell'Oceano indiano.
L'annuncio fatto ieri da Xavier Bertrand provoca un'amara ironia a proposito della frase con cui il suo collega François Baroin, ministro per l'Oltremare, ha affermato lo scorso 4 gennaio, sulle onde della radio pubblica France Inter, che «di Chikungunya non si muore». In poche settimane c'è stato il disastro. Un'ecatombe. Da Parigi è stato deciso l'invio di qualche decina di medici e infermieri, ma occorrerebbe ben altro per rassicurare un'isola sotto choc, in cui anche i contraccolpi economici dell'attuale crisi sanitaria saranno catastrofici. Il movimento turistico verso la Réunion è bloccato, ma il peggio sta nel fatto che sicuramente stenterà a decollare nei prossimi mesi e forse nei prossimi anni.
Il termine Chikungunya è di origine africana: i giornali francesi scrivono che in lingua swahili esso significa «camminare curvi», cosa che i malati fanno frequentemente. Contro il virus in questione non esiste alcun vaccino e oggi è particolarmente difficile fare previsioni sul futuro dell'epidemia. L'unica certezza è che la Chikungunya si manifesta in alcune zone dell'Africa e dell'Oceano Indiano soprattutto nella stagione delle piogge, quando gli insetti sono molto numerosi. Una ragione in più per sperare nel ritorno del bel tempo. È invece sempre nuvoloso l'orizzonte del governo francese, già sotto pressione per le conseguenze dell'emergenza sanitaria ed economica causata dall«influenza dei polli». Accusato d'essersi mosso con colpevole ritardo sul fronte della lotta alla Chikungunya, il primo ministro Dominique de Villepin ha deciso di sfidare gli insetti e di recarsi all'isola della Réunion, dove giungerà domani mattina per trattenersi 36 ore. Ma l'opposizione di sinistra è partita all'attacco dell'esecutivo. Il quotidiano Libération titola in prima pagina «Chikungunya, il prezzo dell'inattività». Il partito socialista spara su Villepin e sul ministro della Sanità Bertrand.
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