Il reverendo che sposò Milingo ora fa miracoli con i suoi coreani

La tentazione di celebrare nello stadio uno dei tanti matrimoni di massa, per i quali è diventato celebre nel mondo, il reverendo Moon ce l’avrebbe davvero, ma mercoledì allo Zayed Sport City di Abu Dhabi il fondatore della Chiesa dell’Unificazione dovrà accontentarsi di vestire i panni dello spettatore. Di lusso, sia ben chiaro, perché il «religioso» che ha fatto infuriare il Vaticano, anche per aver unito in nozze il vescovo zambiano Emmanuel Milingo e Maria Sung, è il proprietario dei Seongnam Ilhwa, gli avversari dell’Inter nella semifinale dei Mondiali per Club.
A Rafa Benitez evidentemente non bastavano gli strali di un Moratti pronto a dargli il benservito, perché ora di traverso ci si mette anche un reverendo con i suoi stravaganti malefici. Battute a parte il Seongnam Ilhwa è una squadra tutt’altro che modesta, figlia di una scuola calcistica in crescita che non fallisce un appuntamento con i mondiali addirittura dal 1986. All’epoca, a tenere a battesimo la Corea del Sud fu proprio l’Italia di Bearzot, che si impose 3 a 2. L’ultima sfida con l’Italia risale al 2002 e la si può sintetizzare con il nome di un paffuto figlio di buona donna ecuadoreno, Byron Moreno.
La formazione di Shin Tae-Yong, che concede parecchi atleti alla nazionale, deve le sue fortune a tre stranieri che farebbero gola a parecchi club europei. Il trequartista colombiano Mauricio Molina ha dispensato assist al San Lorenzo e al Santos prima di accettare i dollari di Moon e dei suoi fedeli. In difesa i muscoli (su 197 centimetri d’altezza) del nazionale australiano Sasa Ognenovski scoraggiano qualsiasi attaccante. Sotto rete la torre montenegrina (quasi 2 metri) Dzenan Radoncic, oltre a vedere la porta come pochi altri, è abile anche nel gioco di sponda. La facilità con cui sabato i coreani hanno liquidato i padroni di casa dell’Al Wehda, che godevano persino dei favori arbitrali, sta mettendo un po’ di giustificabile pressione all’Inter.

Il Seongnam Ilhwa sulla carta sembra uno yacht che vorrebbe fare il verso a una nave da crociera, ma in campo si tramuta in un flipper impazzito che corre a velocità supersonica. E in questo momento della stagione l’Inter ha fiato corto e poca benzina nelle gambe.

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